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Cronaca

Iniziato il processo agli ex vertici dell'università d'Annunzio, l'ateneo chiede 1 milione di danni

L'ex rettore Di Ilio e l'ex direttore generale Del Vecchio devono rispondere, a seconda dei fatti contestati, di abuso d’ufficio, falso materiale, violenza privata, usurpazione di funzioni pubbliche

Si è svolta ieri dinanzi al tribunale di Chieti l’udienza di ammissione delle prove nel processo nei confronti dell’ex rettore dell’università d’Annunzio Carmine Di Ilio e dell’ex direttore generale Filippo del Vecchio, entrambi presenti in aula: le accuse passano, a seconda dei fatti contestati, dall’abuso d’ufficio, al falso materiale alla violenza privata all’usurpazione di funzioni pubbliche.

Sono state ammesse le prove testimoniali e documentali prodotte dall’accusa, dalla difesa e dalla parte civile. Il collegio giudicante, presidente Andrea Di Berardino, giudici a latere Valentina Ribaudo e Chiara Di Gerio, ha rinviato il processo al 5 febbraio prossimo, quando verranno sentiti i testimoni, fra i quali ci sarà, per la parte civile, anche l’attuale rettore Sergio Caputi

L’università, costituita parte civile già in sede di udienza preliminare, chiede un risarcimento dei danni pari a 1 milione di euro. L’inchiesta, coordinata dal pm Giancarlo Ciani, prese le mosse da una denuncia presentata dal professor Luigi Capasso, oggi presidente della Fondazione Uda, che era stato componente del consiglio di amministrazione della d’Annunzio e direttore del museo universitario. A marzo 2017, fu emanato un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici per la durata di 6 mesi nei confronti di Di Ilio e Del Vecchio. Il rettore si era dimesso qualche giorno dopo e a maggio era stato eletto Caputi come suo successore

Il provvedimento di interdizione era stato annullato a luglio 2017 dalla Cassazione, e inizialmente Del Vecchio aveva espresso la sua volontà di tornare in ateneo. Due mesi dopo, era stato scelto il nuovo direttore Giovanni Cucullo

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