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Gli unici veri comunisti rimasti in italia: i leghisti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

A dimostrazione che l’unico vero partito comunista leninista italiano è la Lega, attualmente comandata dall’ex giovane comunista padano Matteo Salvini, senza alcun congresso o dibattito pubblico, il commissario regionale “ ha provveduto al riassetto territoriale del partito, attraverso una serie di nomine”, dando, ai commissari provinciali, le disposizioni “di comporre i rispettivi esecutivi e procedere alle nomine dei segretari comunali”. Un’ autentica ubriacatura di verticismo. Ora, è chiaro che ogni partito ha il suo statuto e chi vi aderisce è forse consapevole di entrare non in una sezione o circolo dove, abitualmente, si discute di politica e anche di nomine, magari dopo un dibattito su temi precisi, degli organismi dirigenti, ma in una caserma dove il capetto di turno decide a suo piacimento chi nominare e chi destituire negli incarichi dei sottoposti ma, leggendo alcuni nomi, e penso per esempio al Comune di Chieti, non si può che rimanere esterrefatti.

Se non è un caso sempre possibile di omonimia, il commissario cittadino, nominato da quello regionale della Lega è, stando a notizie pubblicate, Anna Lisa Bucci, figlia di Vittoriano, un bravo avvocato, purtroppo scomparso, militante del Partito repubblicano di cui è stato consigliere comunale per circa 20 anni, combattente di tante battaglie contro il soffocante sistema di potere democristiano che, per coltre 40 anni, dal 1947 al febbraio 1993, ha fatto il bello (poco) ed il cattivo (molto) tempo. Questo sistema di potere, fondato sulla corruzione, le tangenti, il familismo, le raccomandazioni, il “gasparismo” (a Chieti non si muove foglia che Gaspari non voglia, si usava dire allora), è saltato grazie alle confessioni di un noto costruttore edile, Nicola Serano che, consigliato dal suo avvocato Vittoriano Bucci, fece emergere tutto il marcio su cui si fondava.

Grazie alle sue rivelazioni, il 2 febbraio 1993 furono arrestati 5 assessori e diversi tecnici comunali corrotti mentre il 13 febbraio sera toccò al sindaco di allora Andrea Buracchio, che qualcuno anagrammando il suo cognome definì “Rubacchio”, varcare i cancelli delle carceri di Madonna del Freddo. Come se nulla fosse successo, 27 anni dopo, Andrea Buracchio - che da sempre ha manovrato dietro le quinte - continua a gestire le vicende politiche cittadine da segretario provinciale dell’UdC, sostenendo i rappresentanti di quelle destre missine che all’epoca, con i giovani Di Primio, Febbo e il neo aspirante sindaco Di Stefano, imposto “democraticamente” da Salvini nel corso del suo comizio al Supercinema nel dicembre 2019, gli fecero una guerra, peraltro giusta, ferocissima. L’uomo politico mandato in galera da Vittoriano Bucci, oggi è determinante nell’appoggiare candidati imposti da quella Lega di cui è commissario cittadino Anna Lisa Bucci, figlia di Vittoriano. Nemmeno l’ingegno di Agata Christie avrebbe potuto architettare una simile trama. Un commissario che assiste senza dire mezza parola sul sostegno dato da una persona che il padre ha contribuito a mandare in galera per corruzione ad uno dei candidati della destra estrema, peraltro imposta dal capo della Lega ai suoi alleati, a me pare un fatto di una gravità estrema.

Se gli elettori teatini, compresi coloro che andarono a brindare davanti ai cancelli delle Carceri per salutare l’ingresso di Buracchio, continueranno a votare per costoro, vorrà dire che le speranze di rinnovare questa nostra malridotta città saranno davvero deluse.

Giustino Zulli coordinatore cittadino di “Articolo uno” Chieti, 06 febbraio 2020

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