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Cronaca Casalbordino

Mariti e padri prima che operai: chi erano le tre vittime dell'esplosione a Casalbordino

Giulio Romano, Fernando Di Nella e Gianluca De Santis, tre operai esperti uniti dalla stessa tragica morte  

Giulio Romano, 56 anni di Casalbordino; Fernando Di Nella, 62 anni di Lanciano; Gianluca De Santis, 40 anni di Palata (Campobasso). Sono questi i nomi delle tre vittime dell'esplosione che si è verificata ieri, mercoledì 13 settembre, alla Esplodenti Sabino di Casalbordino.

Tre nomi che vanno ad aggiungersi a quelli di Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino, Nicola Colameo, 45 anni di Guilmi e Paolo Pepe, 45 anni di Pollutri, i loro tre colleghi che nello stesso luogo e nelle stesse circostanze hanno perso la vita nel 2020. Nomi che non meritano di restare semplicemente in uno sterile elenco, perché prima che operai erano figli, mariti, padri.

E allora conosciamoli da vicino, questi tre uomini che nella fatidica giornata di ieri hanno lasciato le loro case convinti di farvi ritorno la sera.
A cominciare da Giulio Romano, che possiamo dire "giocava in casa". Era infatti di Casalbordino e in tanti lo conoscevano e lo stimavano. Giulio lascia una figlia.
Fernando era invece di Lanciano e aveva 62 anni, gli mancava davvero un soffio, quindi, per andare finalmente in pensione e godere a tempo pieno della compagnia della moglie e delle due figlie. Un lutto che non ha lasciato indifferente il Comune di Lanciano e il comitato Feste di settembre, che hanno rimandato i festeggiamenti.
E poi Gianluca. Era di Palata Gianluca, e ogni giorno si recava a Casalbordino, sul posto di lavoro, percorrendo quotidianamente più di 100 chilometri. Lascia due figli piccoli.

Da una nota della proprietà della Sabino Esplodenti scopriamo anche che i tre, definiti dall'azienda «esperti, formati ed informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni», al momento della deflagrazione stavano svolgendo una «normale fase di lavorazione di munizionamento, eseguita per conto dell’Agenzia Industrie Difesa».

Al netto di ogni considerazione, che inevitabilmente dovrà essere fatta dagli organi di competenza nei giorni e nei mesi a venire, quel che resta, oggi, è il dolore delle famiglie.

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