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Cronaca

Gli sviluppi dell'Elettrocardiografia all'ospedale di Chieti

Riceviamo e pubblichiamo una nota a cura della Cardiologia Universitaria di Chieti, diretta dal professor Raffaele De Caterina

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

 L’elettrocardiografia è una delle più antiche metodiche strumentali in Cardiologia. Nel XIX secolo divenne chiaro che il cuore generava elettricità. Il primo sistematico approccio al cuore dal punto di vista elettrico fu fatto da Augustus Desiré Waller, al St Mary's Hospital a Paddington, Londra. Nel 1911 si poterono apprezzare le prime applicazioni cliniche derivate dal suo lavoro. Il passo avanti venne fatto dall’olandese Willem Einthoven con il suo galvanometro (costruito già nel 1903), il quale era molto più preciso del galvanometro usato da Waller. Einthoven assegnò l’attuale designazione alle varie onde dell’elettrocardiogramma e descrisse i tracciati elettrocardiografici di molte malattie cardiovascolari. Per questa scoperta fu insignito del premio Nobel per la Medicina nel 1924. A distanza di circa un secolo dalla sua invenzione l’elettrocardiografia rimane al giorno d’oggi metodica insostituibile in Cardiologia, essendo la principale per la diagnosi delle aritmie cardiache e la rapida diagnosi dell’infarto. Pochissimo costosa, registrabile con apparecchi anche molto piccoli, si presta idealmente alla trasmissione a distanza e alla cosiddetta “Telemedicina”.

Il gruppo della Cardiologia Universitaria di Chieti diretto dal prof. Raffaele De Caterina sta svolgendo ricerche innovative nel campo dell’elettrocardiografia. Analizzando il comportamento dell’elettrocardiogramma sotto sforzo con dei calcoli di nuova introduzione (per gli esperti: l’isteresi ST/HR; in pratica correlando l’entità e la dinamica delle alterazioni elettrocardiografiche sotto sforzo con la frequenza cardiaca), una ricerca recentissimamente pubblicata dal gruppo di Chieti su International Journal of Cardiology ha dimostrato la sua superiorità rispetto a metodiche più complesse e costose per la diagnosi di malattia coronarica. Il gruppo sta ora esplorando altre sue possibili applicazione per risolvere problemi tuttora insoluti di diagnosi differenziale.

Per questo tipo di ricerche la Cardiologia Universitaria di Chieti ha ricevuto di recente una donazione da parte della ditta Mortara, leader internazionale nell’elettrocardiografia, consistente in una centrale di refertazione collegata via Internet a una serie di apparecchi registratori. In pratica – spiega il prof. De Caterina – il tracciato acquisito in un qualsiasi ambulatorio o a letto del paziente nell’Ospedale SS. Annunziata può essere comodamente refertato da una postazione centralizzata, dove un Cardiologo del Servizio di Cardiologia fornisce una diagnosi informatizzata, che poi viene archiviata con il tracciato in maniera digitale, ed eventualmente stampata. La creazione di un archivio informatizzato degli elettrocardiogrammi rappresenta un potentissimo mezzo di ricerca, ma consente anche progressi importanti di tipo assistenziale e medico-legale, con la ricostruzione della “storia elettrocardiografica” del singolo paziente. Il prof. De Caterina, che ha da tempo avviato una serie di richieste in tal senso con l’Amministrazione della ASL, auspica la diffusione capillare di questo sistema a tutto l’Ospedale di Chieti e, potenzialmente, anche ad altre sedi più periferiche della ASL, comprese le ambulanze del 118, che in altri posti sono da tempo collegate via radio alle centrali di refertazione. “Si pensi – dice il prof. De Caterina – soltanto alla rapida diagnosi dell’infarto miocardico in ambulanza, alla consultazione dal Pronto Soccorso, o, per essere più prosaici, all’enorme risparmio di tempo-uomo per gli infermieri non più costretti a girare per l’Ospedale con in mano la stampa del tracciato in attesa del referto da parte del Cardiologo”.

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