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Cronaca

Fara F. Petri: i problemi della discarica consortile

La discarica è bewn visibile transitando lungo la strada verso Guardiagrele, sul viadotto tra Casalincontrada-Roccamontepiano e Fara Filiorum Petri. La nota di Sergio Montanaro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Nei giorni scorsi nella discarica consortile di Colle San Donato di Fara Filorum Petri, chiusa nel 2008, qualcosa non ha funzionato. Transitando lungo la strada verso Guardiagrele, sul viadotto tra Casalincontrada-Roccamontepiano e Fara Filiorum Petri, è ben visibile la discarica. E ieri era ancor più evidente che qualcosa non andava per il verso giusto. Nella parte posteriore in riferimento al telo parziale di copertura si è "palesato" un telo parzialmente arrotolato e spostato dal vento. Cosa è successo? Mica comincia qualche movimento anomalo? Ci si augura di no. Per maggior sicurezza e per verificare cosa sia accaduto alla discarica consortile ho avvisato il Sindaco di Fara e la Guardia Forestale.

Da cittadino non posso non segnalare quel che è evidente e che a qualcuno potrebbe sfuggire.

La discarica consortile di Colle San Donato chiusa nel 2008 è ancora pericolosa, come attestano la Regione e l'Arta, eppure il Consorzio dei rifiuti del Chietino fa di tutto per evitare un commissariamento che a questo punto darebbe più garanzie ambientali, visto che quella discarica è pericolosa tanto sotto il profilo dell'inquinamento della falda acquifera quanto sotto quello della stabilità, visto che è in un pendio tra i calanchi. Questo, in sintesi, è quanto si legge nel verbale della conferenza dei servizi tenuta lo scorso 29 gennaio alla Regione, presieduta dal dirigente del settore Rifiuti Franco Gerardini. I consigli d'amministrazione del Consorzio che si sono susseguiti fin dalla chiusura hanno attuato una sorta di scaricabarile senza porre mai rimedio a quanto doveroso e previsto nonché richiesto dagli organi competenti. Eppure nel 2009, presidente Mario Di Paolo, vennero avviate le pratiche di un mutuo per 355mila euro che sarebbero serviti per la messa in sicurezza della discarica, allora priva anche della copertura parziale installata qualche settimana fa. Ma quei soldi, erogati nel 2010 dal Monte dei Paschi di Siena, è evidente che non sono stati utilizzati, mentre negli anni seguenti fino a oggi il Consorzio ha arrancato perfino per installare un telo provvisorio, e l'Arta ha rilevato che il percolato favorito dalla penetrazione delle piogge nel cuore della discarica ha inquinato le acque sotterranee e posto problemi di stabilità all'intera massa dei rifiuti. Si pone poi un altro problema: quel mutuo deve essere rimborsato all'istituto di credito che l'ha erogato, ma ci chiediamo come il Consorzio abbia potuto fare fronte alle rate se dal 2012 il consiglio d'amministrazione decise, sulla spinta della crisi del braccio operativo Consac con conseguente minaccia di paralisi anche del servizio di raccolta, di concedere la fatturazione diretta dei pagamenti dai Comuni alla stessa Consac. E' un mistero che nell'emergenza ambientale posta dalla ex discarica si faccia di tutto per evitare il subentro di un commissario ad acta nell'amministrazione del Consorzio.

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