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Sabato, 27 Aprile 2024
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Covid-19: a Chieti e provincia l'incidenza più alta d'Italia per la terza settimana consecutiva

L'incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 48 province: in quella di Chieti è pari a 897 secondo l'ultima rilevazione della Fondazione Gimbe

Se il Covid-19 ha iniziato la sua lenta discesa in Italia, lo stesso non si può dire per la provincia di Chieti che per la terza settimana consecutiva risulta prima per incidenza superiore ai 500 casi per 100.000 abitanti.

Lo rileva l’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana 4-10 maggio (che ha fatto registrare in Italia un -27,5% di nuovi casi rispetto alla settimana precedente, - 12,5% di decessi, -11,5% di ricoveri con sintomi e -2,2% nelle terapie intensive). 

A Chieti e provincia sono stati 897 i casi Covid ogni 100mila abitanti: un dato che, peraltro, aveva indotto il sindaco Diego Ferrara a raccomandare vivamente l’uso della mascherina anche all’aperto in occasione dei festeggiamenti per il santo Patrono ieri, 11 maggio.

Tornando al report della Gimbe, si legge l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 48 province: dopo Chieti figurano Ascoli Piceno (818), Pescara (783), Teramo (768), Avellino (726), Catanzaro (700), Benevento (698), Crotone (674), Isernia (669), Salerno (669), Sud Sardegna (660), Campobasso (656), Fermo (626), Vicenza (625), Padova (623), Cagliari (620), Oristano (619), Caserta (610), Perugia (610), Macerata (607), L'Aquila (605), Potenza (603), Bari (599), Taranto (597), La Spezia (596), Treviso (575), Ravenna (572), Rovigo (569), Terni (562), Matera (561), Siracusa (553), Ancona (550), Venezia (548), Modena (548), Brindisi (544), Frosinone (539), Reggio nell'Emilia (538), Latina (538), Rieti (533), Cosenza (527), Verona (525), Ragusa (523), Siena (520), Bologna (520), Parma (515), Messina (511), Caltanissetta (507) e Verbano-Cusio-Ossola (502).

Complessivamente, nella settimana 4-10 maggio, in tutte le regioni è stata rilevata una riduzione percentuale dei nuovi casi. “Gli ultimi dati documentano che in Italia la sotto-variante omicron BA.2 (omicron 2) ha quasi completamente soppiantato la BA.1 (cd. omicron), mentre vengono già segnalati i primi casi di BA.4. Allo stato attuale delle conoscenze - scrive Gimbe -  le nuove sotto-varianti di omicron sembrano avere una maggior trasmissibilità rispetto a BA.2 e, soprattutto, una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria, sia da vaccino, sia da pregressa infezione: questo determina una probabilità più elevata di reinfezione, oltre ad una maggiore resistenza di queste varianti agli anticorpi monoclonali. Per quanto riguarda l'efficacia vaccinale sull'ospedalizzazione. se per queste nuove sotto-varianti non sono ancora disponibili dati, la somministrazione della dose booster resta di cruciale importanza al fine di mantenere una copertura adeguata contro Omicron e Omicron 2”.

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