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Cliniche private, Febbo: "Paolucci alimenta ancora dubbi"

"La sanità pubblica teatina - dice - viene sminuita e depauperata del prestigioso ruolo che in questi anni si è guadagnata"

 “Quelle di Paolucci sono risposte evanescenti e il suo è solo un vano tentativo di arrampicarsi sugli specchi”. Torna a puntare il dito contro l'assessore regionale alla Sanità il presidente della commissione di Vigilanza Mauro Febbo, sulla questione delle cliniche private, con i trasferimenti di alcuni reparti da Chieti al pescarese. 

“Paolucci - spiega Febbo - non chiarisce un bel niente anzi, con la sue affermazioni non fa altro che alimentare i troppi dubbi intorno a quanto sta avvenendo nella sanità abruzzese. Ancora una volta le sue sono risposte vaghe e incomplete. E' certamente vero che il decreto commissariale è un atto programmatorio ma è anche autorizzatorio, infatti autorizza i trasferimenti, quindi ha risposto il nulla.  Poi torna a citare il decreto Lorenzin che, lo ricordo per l’ennesima volta, contiene solo le linee guida alle quali la Regione decide di adeguarsi o meno tenendo sempre conto degli equilibri di bilancio ed evitando ulteriori oneri. Per quanto riguarda il discorso territoriale, Paolucci insiste sulla 'assoluta contiguità' delle strutture interessate da questa 'rivoluzione', ma ha colpevolmente dimenticato il fatto che oggi in Abruzzo esistono ancora le Asl provinciali e che questo aspetto, in termini di legge, non può e non deve essere trascurato, ma questo è solo un argomento che ho toccato marginalmente.

"E’ evidente - prosegue -che esiste un pesantissimo sbilanciamento in favore delle cliniche private ai danni del pubblico in termini di posti letto e prestazioni e su questo il suo è un silenzio assoluto, assordante e preoccupante. Infatti questo riordino che contestiamo senza se e senza e chiediamo di modificare, produce, numeri alla mano, una disparità per quanto riguarda i reparti di Chirurgia: se al Policlinico Santissima Annunziata di Chieti restano solo 37 posti, quelli a disposizione di Pierangeli e Villa Serena salgono addirittura a 81. La sanità pubblica teatina viene così sminuita e depauperata del prestigioso ruolo che in questi anni si è guadagnata".

"Quindi  - conclude Febbo - se da un lato Paolucci non risponde a quanto gli è stato chiesto, dall’altro smentisce due clamorose 'bufale' che ci ha propinato nei giorni scorsi: la prima riguarda i 59 posti letto della Casa Santa Camilla (ex Villa Pini), la seconda l'aver salvato i posti di lavoro. Infatti, bastava trasferire un solo posto letto da pubblico o privato alla Casa di Cura e l’avremmo salvata dalle grinfie del decreto Lorenzinavendo raggiunto i 60 posti letto e conseguentemente sarebbero stati salvaguardati i posti di lavoro. Ma le due 'bufale' erano talmente enormi che ha preferito (o gli è stato suggerito) di non tornarci più”. 

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