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Artigianato in caduta libera in Abruzzo nel 2021: nel Chietino -44 imprese

Lo studio della Cna nei primi nove mesi dell’anno: "Abruzzo lontano dalla media Italia. Emorragia frenata solo dalle misure anti Covid-19"

Artigianato in caduta libera nei primi nove mesi del 2021 in Abruzzo il quale, con una caduta percentuale dello 0,51%, si pone lontano dalla media nazionale caratterizzata dal segno + e con un incremento positivo pari allo 0,67%. A riportarlo è lo studio condotto da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo: tra gennaio e settembre di quest’anno le imprese artigiane della nostra regione hanno subito una flessione di 148 unità, con 28.785 imprese attive, 1.127 iscrizioni e 1.275 cancellazioni.

"Questo risultato, benché negativo – illustra l’autore – è in realtà il migliore degli ultimi cinque anni, ma resta comunque deludente visto l’andamento nazionale positivo, registrato oltretutto in questa fase di grande emergenza sanitaria. A frenare, determinando questo dato meno negativo, sono state le minori cessazioni soprattutto". Il dato negativo rilevato da Ronci si spalma su tutte e quattro le province abruzzesi, anche se con dosaggi diversi: più marcato all’Aquila (-49), Chieti (-44) e Teramo (-39), un po’ meno nel Pescarese (-16).

Quanto ai diversi comparti e settori, fatta eccezione per la ristorazione (+12), per tutte le altre categorie i numeri sono negativi come dimostrano le attività manifatturiere (-62), i servizi alla persona (-48), i trasporti (-23), la riparazione auto e i prodotti per la casa (-23), e perfino costruzioni (-14) nonostante il Superbonus. A pagare maggior dazio nel settore delle manifatture, particolarmente falcidiato, sono stati in modo particolare le industrie alimentari nel Chietino (-6) e il comparto della moda teramano (-20 tra abbigliamento e articoli in pelle).

Di tutt’altro segno, invece, a conferma che in Abruzzo il grande malato resta la micro impresa, l’andamento di iscrizioni e cancellazioni di imprese in generale, inglobando dunque anche altri settori: per l’Abruzzo incremento di 1.422 unità (anche in questo caso miglior risultato del quinquennio), aumento percentuale prossimo all’1% (0,96%), anche se inferiore alla media nazionale (1,64%).

"La ripresa nazionale evidentemente non riguarda tutti –commenta il direttore regionale della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo - e come andiamo sottolineando da tempo prosegue e si accentua lo stato di sofferenza del nostro mondo. Alcuni settori, penso ad esempio al manifatturiero, si stanno ristrutturando attorno a situazioni più consolidate, e l’edilizia arranca nonostante il Superbonus anche in ragione del costo dei materiali. Tutto mentre resta in primo piano il nodo del credito, con molte micro imprese che non hanno potuto accedere ai finanziamenti garantiti. Adesso tutto dipende dalla partita del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr, che dovrebbe servire ad attenuare le differenze tra grandi e piccoli, consentendo a questi ultimi di poter partecipare a pieno titolo alla irreversibile transizione ecologica e digitale".

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