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Cronaca Atessa

Incidente mortale alla Sevel, la reazione dei sindacati: "Non si può morire sul lavoro"

Questa mattina il dramma con la morte del giovane Cristian Terilli. Fiom e Usb chiedono maggiori controlli e prevenzione

Dopo la notizia del decesso del giovane operario Cristian Terilli Tragedia sul lavoro, morto operaio 30enne ad Atessa
che ha perso la vita mentre stava eseguendo dei lavori di manutenzione nel settore lastratura della Sevel di Atessa, arrivano le reazioni delle sigle sindacali.

La Fiom Chieti ha diramato il seguente comunicato:
 

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"Ancora un morto sul lavoro, un giovane lavoratore, che mentre la produzione è ferma era in fabbrica per la manutenzione degli impianti. La Fiom ha già chiesto un incontro con la presenza dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Salute e la Sicurezza per ricevere tutte le informazioni.

Il nuovo anno comincia come si è chiuso: è inaccettabile che i lavoratori rischino infortuni o addirittura perdano la vita. C’è una responsabilità di prevenzione e controllo delle imprese e delle istituzioni pubbliche. È necessario intervenire con urgenza  La Fiom seguirà a tutti i livelli quanto accaduto, per intervenire sulle cause e per impedire che i lavoratori rischino la propria incolumità".

Questo il comunicato diramato dal coordinamento provinciale Usb di Chieti:

"Alla vicinanza alla famiglia e al dolore per la perdita di una giovane vita vanno aggiunte doverose considerazioni. Da anni denunciamo situazioni pericolose che oggi a tutti appaiano tangibili, mentre in tanti hanno girato la testa altrove. Non è certamente il momento delle accuse e delle polemiche, ma la morte di Cristian, ragazzo di 29 anni, recatosi a lavoro per guadagnarsi onestamente da vivere, non può essere ricondotta alla sola casualità: siamo sicuri che sia sempre un bene che un’azienda produca senza sosta non concedendo tempi congrui per effettuare lavori e manutenzioni varie? Siamo sicuri che i sistemi di controllo siano efficaci?

Come sindacato da anni facciamo denunce che spesso si arenano nella burocrazia, o a causa dello scarso personale a disposizione degli enti di controllo esterni; denunciamo da tempo un sistema che a nostro avviso antepone gli obiettivi economici all’essere umano, e chi dovrebbe rappresentare i lavoratori e cercare di tutelarne gli interessi, la salute e la sicurezza non ha fatto abbastanza. Basti pensare che da un anno e mezzo non si fanno elezioni delle RLS e che il sistema di relazioni sindacali non permette ricambio e reale rappresentanza democratica.

La morte di un uomo non è accettabile e come organizzazione continueremo a denunciare ogni situazione a nostra conoscenza, a chiedere alla politica regionale e nazionale di potenziare gli enti di controllo, di modificare il sistema di appalti e sub appalti fatti sulla pelle dei lavoratori.

Auspichiamo che la magistratura renda almeno giustizia alla famiglia di Cristian e che tutti coloro che hanno responsabilità diretta ed indiretta aprano gli occhi per non rendere vano questo Sacrificio".

Anche Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, ha espresso il proprio cordoglio attraverso una nota:

“È necessario aumentare i controlli e garantire una formazione adeguata, soprattutto nei settori soggetti ad un rischio maggiore. L’Ugl sarà in tour anche nel 2020 con la campagna ‘Lavorare per Vivere’ per porre l’attenzione dell'opinione pubblica sul triste fenomeno delle morti bianche".

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