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Cronaca Lanciano

Si chiude il cerchio sui rapinatori che hanno creato il panico a Lanciano e dintorni: sono responsabili di tutti i colpi

Tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per rapina a uomini già detenute per altri episodi avvenuti nel mese di gennaio: serrate le indagini dei carabinieri di Lanciano e Atessa

Si è chiuso il cerchio delle rapine compiute nel mese di gennaio tra Lanciano e le zone limitrofe. I carabinieri frentani e i colleghi di Atessa hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere ad altrettante persone ritenute responsabili degli episodi e già in carcere da diverse settimane.

Nella giornata di giovedì, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Lanciano hanno proceduto alla notifica di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti un 39enne del luogo per il reato di rapina aggravata. L'uomo, che si trovava già in carcere a Pesaro, detenuto per altre rapine, è accusato anche di un altro episodio avvenuto nella sera del 3 gennaio scorso, qualche ora dopo la rapina a Villa Andreoli

Quella sera un uomo, con il capo coperto da un cappuccio e la mascherina, è entrato nel Bia Bar di Marcianese e, minacciando con una pistola il titolare, si è fatto consegnare 950 euro in contanti, scappando e facendo perdere le sue tracce.

Immediatamente i carabinieri hanno avviato una indagine certosina, con una comparazione attenta di tutte le immagini estrapolate dalle diverse telecamere installate nelle vicinanze delle attività prese di mira e lungo i percorsi di fuga del rapinatore. Così, hanno appurato che questi era la stessa persona che aveva commesso anche le altre rapine: un particolare reso evidente dal rilevamento delle stesse fattezze fisiche, dal portamento e, soprattutto, dagli indumenti indossati. Rilevante è stata l'analisi delle scarpe, del pantalone della tuta e del fazzoletto indossato al collo. 

L’insieme delle risultanze investigative è stato riportato in una corposa informativa al procuratore della Repubblica che ha avanzato quindi richiesta di custodia cautelare al gip presso il tribunale di Lanciano Massimo Canosa. Quest’ultimo, concordando pienamente l’esito delle investigazioni condotte dai carabinieri ha emesso, riconoscendo la sussistenza delle esigenze cautelari, l’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, stante i precedenti specifici, la gravità del reato e al fine di evitare la possibilità della sua remissione in libertà.

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Atessa hanno invece eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Lanciano nei confronti di due uomini, un 55enne e un 39enne di Lanciano, chiudendo il cerchio su una serie rapine avvenute nel mese di gennaio tra Atessa, Santa Maria Imbaro e Fossacesia.

I due sono stati identificati come gli autori delle rapine messe a segno il 6 gennaio alla paninoteca “Ai Viali” di Atessa e a una tabaccheria di Santa Maria Imbaro, dove erano riusciti a portare qualche centinaio di euro. Gli indagati sono attualmente ancora detenuti nel carcere di Pesaro, dopo essere stati arrestati in flagranza di reato il 14 gennaio a seguito della tentata rapina al panificio Susi di Fossacesia.

Due rapine identiche per modalità di esecuzione, che avevano da subito fatto ipotizzare che entrambe fossero opera delle stesse persone, non arrivate da fuori città, ma da individuare nell’ambito della criminalità locale, in particolare nel mondo degli stupefacenti. I carabinieri hanno subito intuito che si trattava di rapinatori occasionali e per bisogno.      

Fondamentale nella soluzione dei casi lo studio delle poche immagini a disposizione che hanno permesso di l’individuazione del primo soggetto, il 55enne lancianese. Nonostante entrambi i rapinatori avessero agito a volto coperto, con cappellino, mascherina e guanti, a tradirli è stata la macchina utilizzata per la rapina, di proprietà di uno dei due.

I due erano riusciti a non far inquadrare la targa del veicolo dalla telecamera di videosorveglianza del locale che aveva immortalato il loro arrivo in macchina, ma alcuni particolari dell’auto, come il suo colore poco frequente per quel tipo di modello, un celestino carta da zucchero, un fanale non funzionante, un’ammaccatura alla carrozzeria, hanno permesso di giungere a meno di 36 ore dalla rapina alla paninoteca di Atessa all’identificazione di uno dei rapinatori, il proprietario del veicolo. Una settimana di serrate indagini, fatta di osservazioni e pedinamenti giorno e notte, hanno permesso di ottenere rapidamente anche l’identificazione del secondo rapinatore.

I costanti pedinamenti avevano poi permesso di giungere al loro arresto in flagranza di reato, dopo che avevano tentato un ulteriore colpo al forno Susi di Fossacesia. Le prove raccolte durante l’attività investigativa e successivamente in sede di perquisizione domiciliare, in particolare gli abiti utilizzati per il travisamento, hanno permesso agli inquirenti di fornire all’autorità giudiziaria inconfutabili elementi probatori sufficienti per l’applicazione delle due misure restrittive in carcere.

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