Sospeso il servizio Usca, la protesta di una paziente: "Come faranno i malati oncologici positivi al Covid?"

"Ora che il servizio sarà sospeso, come faranno i malati oncologici che si trovano ad affrontare anche il Covid? Morire prima di intasare qualcosa?". È il grido di allarme di Roberta, lettrice che ha raccontato a Chieti Today la sua esperienza con i medici dell'Usca (Unità speciali di continuità assistenziali).

Da domani (venerdì 1° luglio), infatti, i professionisti sanitari che da aprile 2020 prestano il loro servizio sul territorio, cessano il loro servizio di assistenza e monitoraggio dei pazienti positivi al Coronavirus che non necessitano di ricovero in ospedale.

I medici delle Usca vengono attivati dai colleghi di medicina generale in caso di pazienti risultati positivi al Covid le cui condizioni generali necessitano di monitoraggio o terapie con antivirali o monoclonali per scongiurare il ricovero in ospedale. Un lavoro importante, fatto di contatti quotidiani, esami, visite domiciliari e, in caso di necessità, richiesta di invio in reparto. 

"Io sono stata una di quei pazienti - racconta Roberta - per cui i medici Usca sono venuti a casa a effettuare un'ecografia polmonare, chiamando anche due volte al giorno per monitorare la situazione con gentilezza e professionalità. All'improvviso, due giorni fa è stato comunicato che il servizio sarà sospeso e tutto il lavoro ricadrà di nuovo sui medici di base già intasati. Ospedali intasati, medici intasati, tagli a destra e a manca: una malata oncologica e con Covid come me che deve fare?", si sfoga Roberta, che chiede di dar voce ai tanti che sono stati assistiti al meglio in questi mesi difficili, nonostante i molti problemi e il carico di lavoro imponente in alcuni momenti.