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Province: no ai tagli, sì all'elezione diretta da parte dei cittadini

L'appello al Parlamento delle province abruzzesi: "Dimezzare i tagli o sarà impossibile predisporre i bilanci, tornare all'elezione diretta da parte dei cittadini"

Dimezzare il taglio imposto dalla Legge di stabilità ai bilanci delle Province per il 2013 a 600 milioni di euro; portare alla scadenza naturale, ovvero la primavera del 2014, tutti gli organi, cancellando la norma che elimina le Giunte dal 2013; reintrodurre un meccanismo che assicuri l'elezione diretta da parte dei cittadini.  Sono queste le tre richieste fondamentali dei presidenti delle Province abruzzesi al Parlamento.

All'incontro convocato questa mattina dal presidente dell'Unione delle Province Abruzzesi, Enrico Di Giuseppantonio, hanno partecipato i Senatori Fabrizio Di Stefano, Giovanni Legnini e Andrea Pastore. "Dalle Province si è levato un grido d'allarme soprattutto per le conseguenze dei tagli ai bilanci che - ha sottolineato Di Giuseppantonio - tagli che renderanno impossibile l'elaborazione del Bilancio 2013 con inevitabili ricadute in termini di investimenti e servizi: il taglio dei 500 milioni per il 2012 è stato già attuato e per il 2013 il disegno di legge di stabilità ha previsto un ulteriore aggravio del taglio alle Province passando da 1 miliardo a 1 miliardo e 200 milioni".

L'Upi vuole ridurre i tagli lineari alle Province e procedere sulla strada della soppressione e riduzione dei 7000 fra Enti strumentali, consorzi, società e organismi che svolgono impropriamente le funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane. Allo stesso tempo, le Province abruzzesi chiedono maggiore chiarezza sulla futura collocazione degli uffici periferici.

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