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L'altra Chieti sulla gestione Tari 2015

Il direttivo insorge: "C’è chi sbaglia e c’è chi paga, ma la tutela della salute e dell’ambiente non è monetizzabile"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Domani, 30 luglio, il Consiglio Comunale è chiamato ad approvare, tra l’altro, il Piano Finanziario per tassa sui rifiuti (TARI) per l’anno 2015.
Facendo una comparazione fra il piano 2015 ed il resoconto 2014, ad oggi non ancora approdato in Consiglio Comunale, si evidenzia una previsione di aumento globale di introiti da parte del Comune, di oltre 1 milione di euro a parità, se non a diminuizione, di utenti.


È già questo un dato alquanto strano, considerando i risultati della raccolta differenziata che questa amministrazione sbandiera come esempio di “buona amministrazione” e  “ottimo” servizio alla cittadinanza.Peccato che questo ottimo servizio in realtà si traduca, per gli ignari cittadini, in un aumento immotivato della tassazione.
Leggendo la delibera si evince che alla cittadinanza residente nelle zone esentate dalla TARI (Casoni, Via Penne, Via Di Vittorio, Via Custoza, Via Auriti, primo tratto Via Pomilio, Buonconsiglio, Zona Industriale, Valle Para) si aggiungeranno i residenti nel raggio di mille metri dalla discarica incendiata di Colle Marconi (mille metri in linea d’aria sono tanti e ricomprendono anche quartieri popolosi) che avranno una riduzione della TARI pari solo al 50%.


A tutte le cittadine ed i cittadini che vivono nelle citate zone va tutta la nostra solidarietà; spesso le loro condizioni di vita rasentano l’insostenibilità ed i loro averi e beni, frutto di vite di lavoro, sono stati oggetto di una svalutazione inaccettabile.


Ma è ugualmente inaccettabile che una Amministrazione Comunale pensi di risolvere una situazione così grave e pregiudizievole per la salute dei cittadini monetizzando il problema.
Specie quando il problema (lampante  il caso di Colle Marconi e non solo) è creato da inadempienze della stessa Amministrazione Comunale (vedasi le pronunce del Prefetto, della ASL ecc) che è completamente assente, latitante o addirittura complice (involontario/volontario?) nel massacro quotidiano del nostro territorio.
E poi : perché la restante parte della cittadinanza deve farsi carico di coprire integralmente i costi di gestione dei rifiuti quando la responsabilità di quanto avvenuto è anche da ascrivere a omissioni dell’Amministrazione?


Qualcosa del genere è avvenuto già in passato con la bollettazione Tares 2013, quando l’Amministrazione di centrodestra di Chieti ha scaricato sulla cittadinanza gli oneri dovuti alla post-chiusura della discarica cittadina di ben cinque anni (dal 2007 al 2011) pari a oltre 3 milioni e 750 mila euro dopo aver perso il LODO con la DECO SPA.  Quelle somme dovevano essere riconosciute come debiti fuori bilancio (come prescrive la normativa) ma il Sindaco e la sua Giunta decisero di scaricare tutto sulle tasche della cittadinanza.
E’ ora di finirla con questo andazzo! La cittadinanza deve essere informata e aprire gli occhi per rendersi conto di chi li amministra e tartassa.
 

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