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Sabato, 27 Aprile 2024
Elezioni

Vince Marsilio ma anche l'astensionismo, il partito del "non voto" mai così in alto in Abruzzo

Nell'analisi generale delle elezioni regionali abruzzesi entrambi gli schieramenti dovrebbero interrogarsi rispetto a questa ampia disaffezione verso la politica nonostante si tratti di consultazioni nelle quali i singoli candidati hanno cercato il voto girando i territori

Le elezioni regionali abruzzesi del 2024 hanno tre risultati chiari: la vittoria del presidente uscente Marco Marsilio di Fratelli d'Italia sostenuto dal centrodestra che si riconferma alla guida della Regione con il 53,50% dei consensi.
Dall'altro lato la sconfitta della proposta avanzata dal centrosinistra, dal Movimento 5 Stelle e da Azione che hanno sostenuto l'ex rettore dell'università di Teramo, Luciano D'Amico. 

D'Amico porta a casa il 46,50% e anche paragando questa percentuale con quella del 2019 si vede che la proposta unitaria ha fatto peggio. 

Infatti 5 anni fa il candidato del centrosinistra Giovanni Legnini ottenne il 31,29% dei voti e la candidata del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi (in questa tornata si è presentata con Forza Italia non venendo eletta), raggiunse il 20,20% per un totale di 51,29%. Invece Marsilio passa dal 48,03% del 2019 all'attuale 53,50%. Ma il dato sul quale riflettere maggiormente è quello relativo all'astensionismo che mai aveva raggiunto un livello cosi alto: ben il 47,81% degli abruzzesi ha deciso di non recarsi alle urne. In pratica uno su due ha preferito restare a casa. E questo, oltre a essere un dato peggiore rispetto al 2019, quando a votare andò 53,11% degli aventi diritto, è anche molto più basso rispetto all'affluenza delle ultime elezioni politiche del 2022: votò il 63,99%. Come ricorda Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, quello di oggi è un dato peggiore anche delle consultazioni regionali successive all'arresto dell'allora presidente Ottaviano Del Turco (52,98%).

Il "non voto" in una consultazione elettorale nella quale ogni singolo candidato ha provato a strappare il consenso girando il territorio e organizzando numerosi incontri con gli elettori fa comprendere come la politica tutta dovrebbe interrogarsi e comprendere cosa ci sia alla base di questa disaffezione. Di certo la campagna elettorale non ha aiutato a convincere i cittadini a recarsi alle urne viste le polemiche di basso rango che sono state messe sul piatto da un parte e le risposte arroganti dell'altra. Di sicuro la presenza assidua dei leader nazionali nella nostra regione in queste settimane non ha rappresentato un fattore. E nemmeno gli attacchi verso giornali e giornalisti avranno agevolato la propensione al voto. Marsilio con la riconferma ottenuta adesso potrà, vista anche la presenza nel governo della sua leader Giorgia Meloni, portare a termine i numerosi progetti e lavori pubblici annunciati negli ultimi mesi. Cinque anni, per un totale di 10, sarà un periodo sufficiente per lasciare un'impronta indelebile nella storia della nostra regione. Da notare, infine, come non sia stata rieletta una degli assessori chiave di questi anni, NIcoletta Verì che ha gestito la sanità nel periodo nero del Covid, oltre a mettere in piedi numerosi progetti per nuovi ospedali come la riqualificazione di quello di Chieti. 

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