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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Guerra Russia Ucraina, le ricadute su import ed export analizzate dalla camera di commercio: "A rischio la bilancia commerciale abruzzese"

La drammatica situazione che sta vivendo l’Ucraina a seguito dell’invasione russa comporta inevitabili conseguenze e ricadute economiche anche per il territorio abruzzese e le sue imprese

Conseguenze e ricadute economiche anche per il territorio abruzzese dal conflitto drammatico Russia Ucraina. Ad analizzare la situazione da un punto di vista economico  è l’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio Chieti Pescara.
L’andamento degli scambi commerciali delle imprese abruzzesi con Ucraina e Russia vede da una parte l’Ucraina che, nei primi mesi del 2021, faceva registrare all’export abruzzese un quasi trenta per cento in più rispetto all’anno precedente, dall’altra la Russia che, sempre nei primi nove mesi del 2021, riforniva la regione per ben 7,7 milioni di euro con un 263% di import in più rispetto al 2020.


Nei primi 9 mesi del 2021 le imprese abruzzesi hanno esportato beni in Ucraina per 29,9 milioni di euro, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del + 29,2 %: al primo posto delle esportazioni troviamo gli autoveicoli prodotti nel distretto della meccanica per 17,6 milioni di euro, con un incremento dell’85 % nell’ultimo anno considerato, A seguire i prodotti chimici di base e fertilizzanti (+ 12,5%), gli articoli in gomma (+53,6%), gli strumenti e forniture mediche e dentistiche (che hanno avuto l’incremento maggiore a seguito della pandemia con + 377%), gli altri macchinari per impieghi speciali e gli articoli di abbigliamento.

Le importazioni dal mercato ucraino ammontano a 5,4 milioni di euro, con un decremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del – 11,2 %: al primo posto troviamo i prodotti di colture agricole per 1,6 milioni di euro, seguiti dagli articoli di abbigliamento e dal materiale in pietra, sabbia e argilla. Quindi i prodotti in legno ed i prodotti chimici di base e fertilizzanti.

Guardando alla Russia, nei primi 9 mesi del 2021 le imprese abruzzesi hanno esportato beni per quasi 62,8 milioni di euro, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del + 7,3 %: anche qui al primo posto delle esportazioni troviamo gli autoveicoli prodotti nel distretto della meccanica per 22,3 milioni di euro, con un incremento del +36,9 % nell’ultimo anno considerato, seguiono gli articoli di abbigliamento, i mobili, gli articoli in gomma (questi ultimi con un incremento del + 49.8%) e gli altri macchinari per impieghi speciali. 

Le importazioni dal mercato russo ammontano 7,7 milioni di euro, con un consistente incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del + 263 %. Al primo posto delle importazioni troviamo i prodotti di colture agricole per quasi 3 milioni di euro (con un volume quattro volte superiore al 2020), seguiti dagli articoli in materie plastiche per 2,5 milioni di euro. A queste prime due voci seguono nettamente distanziate per valore complessivo le importazioni di strumenti e apparecchi di misurazione, i prodotti chimici di base ed i prodotti in acciaio.

“La nuova legge sui parchi industriali, di cui si stava discutendo prima dello scoppio del conflitto, potrebbe rappresentare una grandissima opportunità in grado di portare in Ucraina un numero maggiore di aziende – dichiara il capo di rappresentanza in Italia della Camera di Commercio di Kyiv, Gemona Vasile - . Il Governo italiano sta dimostrando giorno dopo giorno il massimo appoggio al Paese e certamente è  necessario essere uniti più che mai anche come sistema delle Camere di Commercio per far si che tutto il lavoro svolto in questi anni non si vanifichi”

Per il presidente Camera di Commercio Chieti Pescara, Gennaro Strever, “è fortemente a rischio l’equilibrio dell’economia regionale, già sofferente per colpa degli effetti post pandemia. Bisogna alzare la guardia sul settore degli autoveicoli che, produce, da solo circa il 50% del pil abruzzese e, soprattutto, bisogna fare una riflessione sull’indipendenza energetica del paese recuperando su ritardi divenuti ora inaccettabili”.
 

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