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L'economia in Abruzzo è in crescita (+2%): l'analisi del Centro studi di Unimpresa

Le statistiche riguardano i dati dell'imponibile Iva relativi al 2023, considerati un valido indicatore dello stato di salute dell'economia

Notizie positive per l'economia abruzzese. L'analisi del Centro studi di Unimpresa ha preso in esame le statistiche dell'imponibile Iva relative al 2023, considerandole un valido indicatore dello stato di salute dell'economia.

Si tratta dei dati relativi alla fatturazione elettronica, secondo i quali il 41% del pil è in rosso, si tratta delle cinque regioni dove il fatturato di imprese e partite Iva si è fermato in territorio negativo: -1% in Friuli Venezia Giulia, -1,3% in Trentino Alto Adige, -4,3% in Lombardia, -8,2% in Lazio e -8,6% in Liguria. Delle 15 regioni con risultato positivo, spiccano quelle del Sud e le Isole. Nei primi otto posti del ranking della fatturazione elettronica, infatti, figurano ben sei regioni meridionali - Molise (+13,9%), Sicilia (+12,3%), Campania (+7,3%), Calabria (+6,2%), Puglia (+4,1%) e Basilicata (3,7%) - assieme a Valle d`Aosta e Piemonte che hanno tenuto alta la bandiera settentrionale, con aumenti rispettivamente del 9,9% e del 6,4%. Il resto della classifica è il seguente: Umbria (+3,2%), Sardegna (+2,7%), Emilia Romagna (+2,6%), Abruzzo (+2,3%), Marche (+1,3%) e Toscana (+0,5%).

Solo per un soffio, ovvero una variazione positiva dello 0,1%, il Veneto si è salvato dalla zona negativa. Le 15 regioni che hanno chiuso in positivo corrispondono al 59% circa del pil del Paese. Da sole, invece, le cinque regioni in rosso garantiscono il restante 41% dello stesso prodotto interno lordo. In generale, il Nord Ovest rappresenta il 33,3% del pil, il Nord Est il 23,3%, il Centro il 21,2%, il Sud il 15,2% e le Isole il 6,9%. Il Molise, che figura al primo posto nel ranking fiscale, apporta solo lo 0,4% all`economia nazionale, la Sicilia il 5%, la Valle d`Aosta lo 0,3%.

Giù dal podio, e sempre in ordine di graduatoria, la Campania vale il 6,1% del pil, il Piemonte il 7,5%, la Calabria l'1,8%, la Puglia il 4,3%, la Basilicata lo 0,8%, l`Umbria l`1,4%, la Sardegna l`1,9%, l`Emilia Romagna il 9,1%, l`Abruzzo l`1,8%, le Marche il 2,4%, la Toscana il 6,6%, il Veneto il 9,3%, il Friuli Venezia Giulia il 2,2%, il Trentino Alto Adige il 2,2%, la Lombardia il 22,8%, il Lazio il 10,9%, la Liguria il 2,8%. 

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