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Cronaca Fossacesia

Wwf ferma la pesca abusiva, ma denuncia assenza delle istituzioni

Le guardie ambientali volontarie sequestrano reti e bilance sul fiume Sangro, ma l'associazione denuncia l'assenza delle istituzioni preposte al controllo. La foce è sito di interesse comunitario e dev'essere tutelato

Smantellate le postazioni di pesca che da decenni con grosse reti attingevano dal fiume Sangro senza autorizzazioni, spesso anche durante la notte per eludere i controlli. In più ai pescatori di frodo sono state sequestrate otto bilance di pesca ad uso manuale. È il risultato del controllo delle Guardie particolari giurate del Wwf durato tutto l’inverno. Un’azione a cui però, secondo il coordinatore delle guardie giurate del Wwf, Claudio Allegrino, non avrebbero partecipato gli enti locali.

“Le attività illecite di pesca – spiega - andavano avanti da sempre, grazie anche alla indifferenza degli organi preposti a vigilare sulle leggi in materia ittica e di tutela dell’ambiente. Il servizio caccia e pesca della Provincia di Chieti non ha ritenuto di rispondere alle diverse missive che ha ricevuto dal nostro ufficio proprio in merito alle operazioni che si stavano svolgendo per contrastare la pesca illegale”. Un’assenza che  “non ha reso facile il lavoro gratuito delle Guardie WWF”.

Il trattamento riservato al fiume Sangro, già di per sé scorretto, risulta ancora più grave considerato che la foce è patrimonio ambientale unico individuato dall’ Unione Europea come Sic, ovvero sito di interesse comunitario. Un riconoscimento attribuito nel 1995 per l’alto valore naturalistico dell’area dovuto alla ricchezza di tipologie d’habitat di ambiente mediterraneo e alla diversità a livello paesaggistico. Inoltre a presenza di specie animali e vegetali che fungono da indicatori ecologici di ambienti ecotonali e di qualità biologica testimoniano l’alta qualità ambientale complessiva del fiume.

Secondo Allegrino, però, oggi la tutela della foce esiste solo sulla carta. “L’ elevata biodiversità dell’area – racconta - sta scomparendo a causa dei continui assalti quotidiani: reti e attrezzi da pesca abusivi, realizzazione di strade, taglio non autorizzato della vegetazione, ruspe ed autovetture che arrivano e parcheggiano fino a pochi centimetri dall’argine del fiume si vanno ad aggiungere all’alterazione dell’ambiente provocato dal porto turistico di Fossacesia”. 

Una disattenzione per cui già nel 2005 la Regione è stata condannata dalla Corte di Giustizia perché non aveva verificato se il progetto per la costruzione del porto turistico richiedesse una procedura di valutazione di impatto ambientale, così come previsto dalla normativa europea.

A peggiorare le condizioni del fiume contribuisce il depuratore di Torino di Sangro, che secondo le guardie del Wwf da 11 anni scarica i liquami all’interno della foce. “Le autorità pubbliche sanno – denuncia Allegrino - compresa Sasi, magistratura e gli organi di polizia. Ma la situazione resta immutata”. Per il Wwf la Regione dovrebbe finanziare i piani di gestione dei Sic e supportare i Comuni, mentre la Provincia dovrebbe coordinarne le attività.

Claudio Allegrino ha le idee ben chiare sulle soluzioni per attirare turismo eco-sostenibile, uno dei pochi settori in crescita, sulla costa frentana: “I comuni di Fossacesia e Torino di Sangro devono concretizzare la gestione del Sic, realizzando il piano di gestione dell’ area, avviando studi sull’habitat, fauna e flora e richiedendo finanziamenti comunitari e nazionali per il ripristino ambientale dei luoghi. L’area del fiume – propone - potrebbe essere adibita a punto di osservazione dell’avifauna”.

Per questo il Wwf chiederà vigilanza lla capitaneria di porto, al corpo forestale, ai comuni di Torino di Sangro e di Fossacesia. Solo così la foce del fiume Sangro “finirà di essere teatro di abusi e violazioni e verrà finalmente tutelata e valorizzata come stabiliscono la normativa comunitaria, nazionale e regionale”.

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