Depositato il ricorso contro le assoluzioni per Rigopiano, i familiari delle vittime: "Pronti a riprendere la battaglia"
La procura di Pescara ha fatto appello contro la sentenza di primo grado che ha assolto 25 persone. Il comitato vittime: "Decisione inevitabile, giusta e doverosa"
La Procura di Pescara ha depositato l'appello contro la sentenza di primo grado del processo Rigopiano. Come riporta IlPescara, nella tragedia che si è consumata il 18 gennaio 2017, a Farindola, quando l’hotel Rigopiano fu letteralmente travolto da una valanga, morirono 29 persone.
Lo scorso 23 febbraio il giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Pescara decise per 25 assoluzioni e 5 condanne.
“Attendevamo questa notizia – commenta il comitato che riunisce parenti e amici delle vittime sulla pagina facebook 'Rigopiano, in attesa del fiore' - che apprendiamo con grande speranza, nella ferma convinzione che l'impugnazione della sentenza di primo grado fosse inevitabile perché con un colpo di spugna, inaspettato ed incomprensibile, è stato cancellato tutto il lavoro svolto dalla procura; giusto, perché la sentenza di primo grado non ha dato assolutamente dignità e giustizia ai nostri 29 angeli, vittime innocenti dell'incapacità e del menefreghismo; doveroso, perché auspichiamo di incontrare giudici coraggiosi, pronti a modificare la pessima pagina di storia giudiziaria scritta il 23 febbraio scorso”.
“Noi familiari – continuano - pur sopravvivendo nel dolore e nel logorio dell'attesa da 6 anni e mezzo, siamo pronti a riprendere la battaglia, più determinati che mai, speranzosi nel certosino e scrupoloso lavoro portato avanti dai procuratori di Pescara, ai quali vanno tutta la nostra stima e il nostro sostegno”.
Tra le 29 vittime della tragedia ci sono il poliziotto teatino Dino Di Michelangelo e la moglie Marina Serraiocco, la cuoca di Archi Ilaria Di Biase, la coppia di parrucchieri di Castel Frentano Luciano Caporale e Silvana Angelucci, la vastese Jessica Tinari.