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Cronaca Rocca San Giovanni

I pozzi neri non funzionano e i liquami inquinanti finiscono direttamente nel torrente

Una denuncia delle guardie volontarie del Wwf ha fatto scattare un'inchiesta dei carabinieri forestali che porta alla denuncia del presidente della Sasi Gianfranco Basterebbe e di un tecnico della società

Una denuncia delle guardie volontarie del Wwf fa scattare un'inchiesta dei carabinieri forestali che porta alla denuncia del presidente della Sasi Gianfranco Basterebbe e di un tecnico della società. L'indagine avviata su impulso dell'associazione ambientalista riguarda l'inquinamento delle acque del torrente Fontanelle a Rocca San Giovanni. 

Il Wwf, in particolare, ha messo in evidenza il mancato funzionamento di alcuni pozzi Imhoff, i cosiddetti pozzi neri. Anziché provvedere alla primaria sedimentazione e digestione dei fanghi degli scarichi di acque reflue che giungono da circa 200 famiglie e da un centro commerciale della zona, i pozzi venivano bypassati da condutture che sversavano il liquame inquinante nel torrente, fino a giungere al mare in località Foce di Rocca San Giovanni.

"Purtroppo le nostre denunce - commenta Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle Guardie giurate volontarie del Wwf - rappresentano soltanto la punta di iceberg di una situazione relativa alla depurazione delle acque nella provincia di Chieti, ancora sotto gli standard minimi richiesti dalla Comunità Europea. Ricordiamo che nel 2015, dopo il sequestro da parte della procura della Repubblica di Lanciano, la Sasi avrebbe dovuto mettere in regola 12 depuratori tra Lanciano, Rocca San Giovanni, Atessa, Treglio, Bomba e altri paesi. La procura aveva per l’ennesima volta certificato che i 12 depuratori gestiti dalla Sasi erano mal funzionanti e inadeguati al loro scopo. Nel 2016 sono stati invece nuovamente sequestrati i depuratori e ancora una volta denunciato il presidente della Sasi in quanto, secondo la magistratura, in quasi un anno e mezzo poco o nulla era stato fatto per rendere efficienti gli impianti".

Luciano Di Tizio delegato Regionale del Wwf, aggiunge: "La speranza è ora quella che, a seguito delle denunce delle guardie Wwf, le acque del torrente Fontanelle possano tornare a essere meno inquinanti anche in vista della imminente stagione balneare. Colgo l’occasione per sottolineare, in positivo, l’importante lavoro d’indagine svolto dai Carabinieri Forestali, in questo caso quelli del comando di stazione di Lanciano. Ma va purtroppo anche necessariamente sottolineato, in negativo, che la cattiva depurazione o, peggio, l’assenza di depurazione, è un problema che riguarda moltissimi dei fiumi, torrenti e fossi abruzzesi la cui pessima situazione è stata per troppi anni colpevolmente trascurata dalla politica regionale".

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