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Cronaca Pizzoferrato

Poste chiuse da dicembre a Pizzoferrato: il sindaco Fagnilli in sciopero della fame

Nel paese a 1.251 metri il primo cittadino segnala continui ritardi nella data di riapertura dopo i lavori di adeguamento tecnologico. Ora la protesta

L'ufficio postale di Pizzoferrato è chiuso da metà dicembre, da quando sono iniziati i lavori di adeguamento al cosiddetto progetto Polis. In questo periodo la continuità del servizio è stata garantita da Poste italiane nell'ufficio di Gamberale. La durata dei lavori era stata stimata in circa trenta giorni ma ad oggi, dopo 3 mesi, l'ufficio postale di Pizzoferrato è ancora chiuso così il sindaco Palmerino Fagnilli ha annunciato uno sciopero della fame. "Con decisione presa unilateralmente da Poste italiane - spiega il sindaco all'Adnkronos - il 12 dicembre 2023 l’ufficio è stato chiuso per lavori di adeguamento. Quella che doveva essere una innovazione è diventata per la comunità un dramma, caratterizzato da continui rinvii della riapertura e con risvolti tragicomici".

In pieno inverno, nel paese a 1.251 metri sul livello del mare, il servizio è stato trasferito a Gamberale. "Peccato che lo stesso - afferma il sindaco -  è ancora altimetricamente più elevato. Ma evidentemente chi aveva deciso in tal senso, confidava nei cambiamenti climatici". Il cronoprogramma lavori era stimato in trenta giorni, motivo per il quale non è stato installato il container dell’ufficio mobile. La riapertura avrebbe dovuto essere il 15 gennaio, ma è stata ritardata di trenta giorni, con successiva comunicazione di riapertura per il 14 febbraio.

"A metà febbraio - dice ancora il sindaco Fagnilli - viene comunicato un nuovo ritardo. Altri 30 giorni. Riapertura prevista il 14 marzo, c'è scritto nella comunicazione al pubblico, il 15 marzo nella comunicazione al sindaco. Ma siamo al 15 marzo e l'ufficio postale di Pizzoferrato è ancora chiuso e non vi è stata nessuna tempestiva comunicazione, non si sono rispettate le date comunicate per ben tre volte, non è stata individuata nessuna nuova data di riapertura".

Quindi la decisione del primo cittadino di protestare iniziando lo sciopero della fame. "Se non dovesse bastare - avverte - faremo ricorso a sit-in e manifestazioni davanti alle sedi di Poste italiane e ci saranno esposti volti ad accertare la violazione dell’articolo 340 codice penale per interruzione di pubblico servizio".

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