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Cronaca Colle dell'Ara

Oncologia chiusa per il ponte, il direttore si difende: "Era stato programmato"

Pazienti oncologici costretti a tornare a casa venerdì perchè il reparto era chiuso, annunciato un esposto in procura ma la professoressa Natoli precisa: "Chiusura solo per un giorno, nessun paziente era atteso"

Ha destato scalpore e amarezza la notizia, riportata dal Centro di oggi, di alcuni pazienti oncologici recatisi al policlinico venerdì 3 giugno e, dopo i prelievi del sangue, costretti a tornare a casa nonostante la convocazione del medico di reparto per quel giorno, perché l’Oncologia era chiusa per il ponte del 2 giugno.

Clara Natoli, ordinario di Oncologia all'università di Chieti e direttore dell’omonima unità operativa al SS. Annunziata, manifesta sincero imbarazzo per l’episodio denunciato dalla paziente che non è riuscita ad accedere al servizio, ma precisa che si è trattato di una chiusura programmata e comunicata. “Come accaduto in altre occasioni cerchiamo di utilizzare una giornata a cavallo tra due festivi per dare al personale la possibilità di recuperare l’accumulo di stress che un lavoro come il nostro comporta - afferma Natoli - Lo stesso vale per i pazienti, che pure si giovano di una breve pausa nel percorso impegnativo che seguono tra terapie e controlli. Proprio nel rispetto di tutti e per non creare problemi a nessuno, non abbiamo programmato per quella giornata attività di alcun tipo, e non era perciò prevedibile l’arrivo di pazienti. Aggiungo che la chiusura del servizio per il 3 giugno era stata ampiamente comunicata”.

Il personale effettivamente lavora in regime di day hospital, con attività programmate dal lunedì al venerdì, e resta chiuso nei giorni festivi e nel week-end. “Mi rincresce sapere che abbiano patito un disagio, e mi scuso profondamente per questo,- aggiunge la professoressa -  ma non posso accettare l’accusa di inefficienza o, peggio, di indifferenza nei confronti dei pazienti. Tutti quelli che frequentano il nostro servizio sanno con quanta dedizione personale medico e infermieristico lavorino ogni giorno e quanto abbiano a cuore la loro sofferenza, fisica e psicologica di cui ci si fa carico totalmente e con tutta la professionalità che possiamo mettere in campo. Per tutti questi motivi – si difende -  pur comprendendo le ragioni di ognuno, non posso accettare che l’Oncologia di Chieti passi come disorganizzata, inefficiente o insensibile ai bisogni dei malati”.

Ma è vero anche il diritto alla cura e alla tutela dei malati, specie quelli di tumore, non conosce ponti o festività, come il loro dolore: per questo una delle pazienti rimandate a casa l'altro giorno ha deciso di presentare un esposto in Procura.

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