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Cronaca Ortona

Trovato morto in casa in un lago di sangue, arrestata la collaboratrice domestica: "L'ho colpito perché allungava le mani"

Antonio Amicucci, 68 anni, di Ortona, era sul pavimento dell'abitazione in cui viveva solo: poco prima la discussione con la 51enne, che lavorava in casa sua da tre anni

Accoltellato a morte in casa sua dalla collaboratrice domestica, che dopo qualche ora ha ammesso le sue responsabilità ed è stata arrestata. Così è morto Antonio Amicucci, 68 anni, di Ortona, da tempo residente a Novara. 

E proprio nella sua abitazione piemontese, dove viveva solo, l'uomo è stato trovato morto nella tarda mattinata di ieri (mercoledì 24 novembre), come ricostruisce Novara Today.

La donna, 51 anni, di origine albanese, che lavorava da tre anni in quella casa, era impegnata nelle pulizie, quando sarebbe sorta una discussione. Secondo quanto raccontato da lei stessa, il 68enne avrebbe cercato di allungare le mani e non sarebbe stata la prma volta. A quel punto, è nata una lite, finita con il gesto d'impulso della 51enne, che ha afferrato un coltello, colpendo Amicucci al petto più volte, lesionando anche organi vitali.

Poi è corsa dalla vicina, in lacrime, a raccontare tutto, pregandola di chiamare aiuto. Anche il pensionato, ancora cosciente, è riuscito ad allertare i soccorsi.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno sfondato la porta per entrare nell'appartamento insieme ai carabinieri e al 118. Lì, in cucina, hanno trovato l'ortonese a terra, in un lago di sangue e con diverse ferite, con un coltello accanto. I soccorritori hanno tentato di salvarlo, ma per lui non c'è stato nulla da fare.

Amicucci era arrivato in Piemonte negli anni Settanta, con la moglie e i figli. Come accertato da Novara Today, negli anni Duemila i due si erano separati e, da allora, l'uomo era stato denunciato più volte per molestie e stalking nei confronti della ex moglie e della figlia, finendo anche in carcere per un periodo. 

Dopodiché, era temporaneamente tornato a Ortona, dove era stato arrestato per lesioni e minacce. Da qualche anno la sua vita si era nuovamente spostata a Novara, dove viveva da solo nella casa popolare di via Andoardi insieme al suo cane; i vicini lo vedevano uscire raramente, a causa di alcuni problemi di salute. 

La domestica, accusata di omicidio volontario, è stata portata nel carcere di Vercelli. L'autopsia sul corpo di Amicucci servirà a ricostruire quali colpi sono stati letali e la dinamica del ferimento.

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