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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Lavori mai eseguiti (anche in Abruzzo) con il decreto rilancio, truffa da 130 milioni di euro: 6 arresti e 83 indagati

Sei la persone arrestate e 83 indagate nell'operazione portata avanti dalla guardia di finanza su coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli

Sarebbe una mega truffa messa in atto con lavori mai eseguiti nell'ambito del decreto rilancio quella scoperta dalla guardia di finanza.
Come riporta RomaToday, sono 83 le persone indagate, sei quelle arrestate.

Un raggiro attuato cedendo a Poste Italiane crediti di imposta per circa 130 milioni di euro, questi accumulati grazie alle agevolazioni del "decreto rilancio" ma relativi a lavori edilizi mai eseguiti.

È l'accusa contestata a 83 persone, sei delle quali arrestate e condotte in carcere dalla guardia di finanza su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord. L'indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli Nord, avrebbe fatto emergere un sistema composto da circa 50 società "cartiere" (ovvero esistenti solo sulla carta) i cui rappresentanti legali avrebbero dichiarato falsamente tra il 2021 e il 2022 di avere in corso di esecuzione lavori di riqualificazione energetica con il superbonus e di rifacimento di facciate di edifici residenziali, questi situati in Campania nonché in Abruzzo, Lazio, Molise, Puglia, Lombardia, Piemonte, Marche, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto. 

Gli arrestati risiedono invece in Campania, tra la provincia di Caserta (a Frignano e San Marcellino), quella di Napoli (a Torre Del Greco e Torre Annunziata), quella di Salerno (a Pagani e Camerota), mentre gli altri indagati in diverse province italiane, tra cui Pordenone e Perugia. Contestualmente agli arresti, i finanzieri della compagnia pronto Impiego di Aversa hanno sequestrato a 34 indagati 16 milioni di euro, ritenuti il profitto del reato corrispondente a quanto pagato dalle Poste per acquistare i crediti, e 48 milioni di crediti di imposta fittizi ad altre 35 persone indagate. I reati contestati sono a vario titolo la truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e l'autoriciclaggio.

Questi "falsi" sarebbero serviti per accedere alle detrazioni previste dal decreto e accumulare così crediti di imposta cedibili a terzi e dunque monetizzabili. I crediti sono stati ceduti a Poste italiane, che era all'oscuro di tutto, in cambio di diversi milioni di euro. Soldi che gli indagati avrebbero fatto sparire attraverso soggetti e società compiacenti, italiane ed estere, soprattutto cinesi.

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