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Cronaca

Stipendi d'oro e debiti all'Ater: la Procura indaga

Il direttore generale ha percepito 324mila euro lordi mentre l'Azienda sprofonda con un debito di 4 milioni di euro. L'amministratore unico chiede l'approvazione del piano di dissesto finanziario. Oggi riunione della giunta regionale

324mila euro lordi e 53mila euro di arretrati, nel 2013. Più di quanto percepisce il presidente della Repubblica. Ma lui è il direttore generale dell'Ater (azienda territoriale per l'edilizia residenziale) di Chieti, Domenico Recchione.

Contrariamente al suo inquadramento economico, l'azienda che dirige sta attraversando una gravissima crisi, con un debito che ammonta a circa 4milioni di euro. Come è possibile? Per fare luce su questo é scattata l'inchiesta della Procura della Repubblica teatina, su spinta della regione, che ha consegnato gli atti alla magistratura.

Oltre a quello di Recchione, anche gli stipendi d'oro di altri dirigenti, come uno da 180mila euro annui, sono finiti al centro dell'indagine. Tutto questo mentre l'amministratore unico dell'Ater, Antonella Gabini, chiede l'approvazione del piano di dissesto finanziario, che condurrebbe alla vendita di beni ad uso commerciale per risanare il debito. Solo in questo modo potranno essere pagati gli stipendi di aprile ai dipendenti dell'Ater, in stato di agitazione da oltre una settimana.

Oggi, lunedì 19 maggio, è prevista la riunione di giunta regionale per discutere dell'istanza di dissesto.

Per Recchione intanto, sarebbe pronta la lettera di revoca. L’ emendamento licenziato nelle scorse settimane dal Consiglio regionale infatti, prevede la facoltà di rescindere il contratto al direttore che viene ritenuto responsabile del buco.

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