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Sevel di Atessa, la Fiom attacca: "La confusione regna sovrana"

La Fiom Cgil interviene dopo lo stop alla produzione di lunedì scorso alla Sevel di Atessa per mancanza di motori

"Continuiamo a ribadire che non possono essere problemi legati esclusivamente alla mancanza di componenti o alla situazione dei contagi. Secondo noi siamo in presenza di una strategia di Stellantis atta a mettere in difficoltà gli stabilimenti italiani". La Fiom Cgil interviene dopo lo stop alla produzione di lunedì scorso alla Sevel di Atessa per mancanza di motori.

"Se il mix produttivo di Sevel vede ormai da mesi un’alta produzione di furgoni a marchio Psa, relegando il Ducato a percentuali bassissime, come è possibile avere problemi di approvvigionamento motori? È cattiva programmazione o una strategia di Stellantis di dare priorità alle forniture verso altri stabilimenti? A riprova della confusione, non è possibile programmare sabati in straordinario e dopo qualche ora comunicare fermi produttivi. O siamo in presenza di incapacità organizzative, o di una chiara strategia che tende a mettere in difficoltà e in secondo piano gli stabilimenti italiani, compreso Sevel".

Secondo il sindacato "è ormai evidente che la linea di comando sta cambiando. Sempre più responsabili graditi a Psa prendono le redini degli stabilimenti italiani e in questo contesto non è accettabile il disorientamento che stanno subendo le lavoratrici e i lavoratori.
Da mesi, come Fiom, stiamo denunciando che rischiamo di essere in presenza di una sostituzione di prodotto e che nel futuro prossimo queste azioni potranno influenzare il mercato a scapito del Ducato. Sappiamo che in Polonia a partire da aprile si avvierà la produzione di furgoni in prevalenza marchio Psa. Anche in Italia, da mesi si producono furgoni a marchio Psa. Sarà una coincidenza, ma non possiamo continuare a credere che tutto ciò sia la conseguenza esclusiva della difficoltà di reperire una centralina necessaria per produrre il Ducato. In mezzo a tanta confusione è opportuno fare chiarezza, precisare che tra le notizie riportate dai giornali, le voci di corridoio e la realtà, c’è una bella differenza".

La Fiom Cgil spiega che "l’anno scorso l’azienda ha fatto una scelta precisa rimandando a casa i somministrati, poi sono iniziate a girare voci che da gennaio tutto sarebbe tornato normale: riassunzioni e aumento delle turnazioni. Oggi, come è evidente, siamo in presenza di un’azienda che naviga a vista, che non è in condizioni di programmare la propria attività, che propone contratti di assunzione di 4 settimane trovando difficoltà a reperire le disponibilità nel nostro territorio e che si sta accingendo a far ricorso a trasfertisti e a somministrati di altre regioni. Sembra chiaro che l’azienda stia inseguendo soluzioni tampone per fronteggiare la difficoltà di programmazione a scapito delle Lavoratrici, dei Lavoratori e del nostro territorio. Tutta questa situazione non riguarda solo la Sevel ma tutto l’indotto che, obtorto collo, è costretto ad inseguire un’azienda che naviga a vista, con la conseguenza di avere delle ripercussioni organizzative e occupazionali senza averne colpa. Come si può capire tra il dire e il fare c’è una grande differenza.
L’anno scorso sui giornali qualche organizzazione sindacale dichiarava che ci sarebbe stato il primo sciopero in Stellantis. Per giorni questa notizia ha girato l’Italia, poi lo sciopero non c’è mai stato. Successivamente si diceva che a gennaio sarebbero tornati trasfertisti e interinali, ad oggi non ci sono trasfertisti e soprattutto non ci sono i somministrati. Si minimizza sulla Polonia e ad aprile partirà la produzione aprendo una competizione tra i territori senza precedenti. Ora si cerca di tranquillizzare i Lavoratori con il premio di risultato senza tenere conto che la parte legata all’efficienza non rende giustizia alle saturazioni raggiunte nelle postazioni".

In questo contesto per il sindacato "il governo non sta dando la giusta importanza al settore automotive. La Regione Abruzzo è più intenta a dire che non è opportuno parlare di crisi cercando di non affrontare la discussione come dovrebbe essere affrontata, cioè senza subire il fascino delle rassicurazioni imprenditoriali. Come Fiom, riteniamo sia necessario aprire un serio confronto tra le istituzioni, le parti sociali e Stellantis. Un confronto che apra la discussione sulle reali prospettive di investimento da parte di Stellantis e che veda la Regione Abruzzo attivare accordi di programma che aiutino le imprese di fornitura come sta accadendo nella Regione Lazio. Ora sono necessarie azioni unitarie a difesa del nostro territorio per chiedere investimenti, stabilizzazioni e assunzioni, continuando a sollecitare percorsi unitari, metteremo in campo azioni per ridare dignità alle Lavoratrici e ai Lavoratori che hanno contribuito in modo determinate all’economia della nostra regione. Convocheremo le assemblee e decideremo i percorsi per contrastare un’organizzazione caotica e per garantire le prospettive future".
 

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