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Rinviato l'emendamento sulla Costa dei trabocchi, ma è scontro maggioranza-opposizione

L'argomento tornerà in discussione la settimana prossima in consiglio regionale. Paolucci (Pd): "Faremo dura opposizione contro la sveltina del centrodestra". Il proponente Montepara (commissione bilancio): "Io a favore di interessi di pochi? Nulla di più falso"

È rinviata alla prossima settimana la discussione in consiglio regionale dell'emendamento che in questi giorni ha allertato gli ambientalisti sul futuro della Costa dei trabocchi.

“La Via Verde non si tocca, no alle privatizzazioni calate dall'alto”, ha ribadito il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, dando seguito agli appelli di Nuovo Senso Civico e del presidente della Provincia, Francesco Menna, per la salvaguardia della Costa dei trabocchi, “Ieri in aula ho dato battaglia insieme ai mei colleghi dell'opposizione, contro il tentativo di Marsilio e della destra di privatizzare la Costa dei trabocchi, la meraviglia e l'orgoglio della Provincia di Chieti e vanto per il nostro Abruzzo. Una nuova 'sveltina' inserita all'ultimo dalla maggioranza. Faremo dura opposizione, la natura è un bene e un patrimonio di tutti gli abruzzesi non può diventare bene di conquista e il centrodestra non può sentirsi libero di farne ciò che vuole”.

Replica agli attacchi il presidente della commissione bilancio e affari generali, Fabrizio Montepara, proponente del sub emendamento. “Con grande stupore apprendo di un emendamento che mi sarebbe stato attribuito che, con il pretesto delle circostanze eccezionali, autorizzerebbe le strutture temporanee terziarie destinate a servire i territori comunali di particolare interesse turistico ricettivo a diventare permanenti, ma non c’è nulla di più falso”, ha detto Montepara a margine del consiglio regionale di ieri pomeriggio.

Fabrizio Montepara

“Ho infatti presentato un emendamento ad un sub emendamento a carattere regionale sull’articolo 54 del Testo unico sul commercio inerente attività temporanee di somministrazione che prevede lo svolgimento di tale attività per un minimo di 90 giorni ed un massimo di 180 - spiega Montepara - Il mio intento è quello di aggiungere, a seguire, le parole 'di apertura effettiva' a questo limite temporale, già individuato nella legge sul commercio vigente così da agevolare gli imprenditori dei vari settori che operano in maniera stagionale a destagionalizzare i servizi, siano essi collocati al mare, in montagna, in collina, in città. È stato presentato l’emendamento numero 49 giovedì 25 gennaio al regolare scadere dei termini e riportava una mera interpretazione autentica dell’articolo 54 del Testo unico sul commercio - sottolinea ancora Montepara - Ho quindi deciso, anche per una migliore attuazione della norma stessa, di presentare un sub emendamento che spiegasse meglio il mio intento, ovvero quello di computare i reali giorni di apertura. Non capisco, sinceramente, come un intento generale sia stato ridotto a mero interesse particolare».

Al coro dei 'no' si aggiunge anche Europa Verde Frentania. “Con un colpo di mano della destra, rischiava di passare in aula uno di quei piccoli e pericolosi emendamenti, in virtù dei quali si autorizzavano le strutture temporanee a carattere terziario a servizio di asset turistici dei territori comunali siti in aree di particolare interesse turistico-ricettivo (via Verde, per intenderci) a rimanere ancorate al suolo e a non essere smontate e rimosse, come prevede la legge attuale. Ci saremmo trovati di fronte ad una sostanziale 'sanatoria'”, sostengono i co-portavoce Rita Aruffo e Stefano Luciani, “È il momento delle scelte, non vogliamo che la costa della Via Verde diventi la via del grigio cemento, impoverita di terreni di sedime che in inverno cedono sotto il peso di strutture concepite per essere rimosse”.

“Se la norma ha previsto strutture amovibili, con una attività limitata al massimo nei 180 giorni di stagione, c'è un motivo preciso, dettato da esigenze di tutela del patrimonio naturalistico e della sicurezza – continuano - Tra l'altro, anche a voler ragionare in termini di stretta economia, se si autorizzano queste strutture a rimanere e una mareggiata le danneggia? Chi paga? E inoltre, come si sentiranno tutti coloro che, rispettando la legge, hanno smontato le loro strutture? Ieri la minoranza politica in consiglio regionale ha fatto sentire la sua voce in difesa e a tutela di risorse di tutti e contro chi si oppone alla semplice applicazione della norma, concepita a protezione del patrimonio naturalistico. Ma siamo solo all'inizio, considerato che la prossima settimana l'argomento è di nuovo in discussione in aula in regione Abruzzo. Il centrodestra, in particolare la Lega, non è intenzionata a fermarsi e, aggirando l'ostacolo, vuole proporre un emendamento che va a incidere sul testo unico del commercio, lasciando tutto all'arbitro di interessi privati. La bellezza della nostra costa è un patrimonio di tutti ed è una fonte di ricchezza per tutti che va conservata nel tempo e non un 'limone da spremere' per l'interesse dei pochi”.

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