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Revocata la gara per il servizio mensa dopo due anni di ricorsi: "Non ci sono fondi"

Annullata in autotutela la procedura indetta tre anni fa, che ha generato una sequela di contestazioni: "Alla luce del dichiarato dissesto, non vi è certezza che l'appalto, avente durata pluriennale, possa trovare copertura nel bilancio", si legge nel documento

Revocata la gara di appalto per il servizio di refezione scolastica indetta nel 2021. Dopo due anni di contenziosi legali, dopo il "pranzo al sacco" a cui sono costretti i bambini iscritti alle scuole di Chieti, dopo la rabbia di 40 dipendenti rimasti a casa, la gara è stata revocata "per motivi di interesse pubblico".

La determina di revoca della gara è datata 3 ottobre, giorno della protesta dei genitori sotto il palazzo municipale, ma è stata protocollata due giorni dopo, giovedì 5. Dopo aver ricostruito le vicende del servizio mensa a Chieti, passato più volte al vaglio dei giudici amministrativi per ricorsi, il documento dice che "alla luce del dichiarato dissesto, non vi è certezza che l'appalto, avente durata pluriennale, possa trovare copertura nel bilancio". Risulta dunque "opportuno e conveniente non concludere la procedura di gara, al termine della quale si porrebbe il problema della continuità delle risorse destinate al finanziamento".

La determina evidenzia anche che, da quando è stata indetta la gara, a dicembre 2020, a oggi, c'è stato un notevole cambiamento del contesto, con un rialzo dei prezzi evidente. Dunque, "la grande incertezza", si legge, impone "una verifica sulle scelte fatte a suo tempo in ordine a un appalto su base pluriennale". Manca dunque una copertura finanziaria "certa".

Una decisione, quella del Comune di Chieti, che fa infuriare la consigliere di Azione Politica Serena Pompilio: "Sfumate tutte le promesse a genitori, insegnanti e dipendenti e svanite le speranze di una prossima ripartenza della mensa. Hanno raccontato la favola di voler approntare soluzioni - accusa - quando invece era già chiara già dal 3 di ottobre la volontà di interrompere definitivamente il servizio dopo 2 anni di cause inutili che hanno comportato solo disagi alle famiglie. Il Comune non ha i soldi, questa è la scusa odierna. Però si attiva per organizzare una bella festa di Capodanno in piazza San Giustino: con quali soldi?".

Pompilio chiede conto dei "143mila euro che il Comune aveva già in cassa per le mense e i 110mila prelevati dal fondo di riserva meno di una settimana fa. Revocano la gara in autotutela: perché non lo hanno fatto evitando due anni di contenziosi inutili e costosi e lo fanno ora che era finalmente terminata la diatriba giudiziaria?".

La consigliera si appella direttamente all'assessore alla Pubblica istruzione, Teresa Giammarino: "Se ha dato un indirizzo nuovo ci dica le motivazioni e mandi segnali di fumo se partecipa alla vita dell'amministrazione comunale".

"Il sindaco dimentica che la mensa scolastica è un diritto, soprattutto è un diritto delle famiglie poter contare sulle istituzioni nella crescita dei figli, nonché un dovere da parte del Comune, quello di garantire ai cittadini che contribuiscono alle casse comunali, di usufruire dei servizi primari ed essenziali", dicono il capogruppo di Chieti Viva, Giampiero Riccardo, e la presidente Rita Iolanda Di Falco.

"Secondo un recente rapporto di Save the Children - proseguono - il tempo pieno contribuisce allo sviluppo delle competenze cosiddette ‘non-cognitive’, sociali ed emozionali, fondamentali per crescere in un mondo sempre più ‘connesso’ e in costante mutamento. Di fatto la refezione scolastica soprattutto se garantita ai bambini più svantaggiati, risulta quindi essere una delle misure più efficaci per combattere le disuguaglianze sociali. Anche i lavoratori del comparto che sono in grande sofferenza, considerato che sono senza stipendio e impossibilitati a poter accedere agli ammortizzatori sociali".

Chieti Viva "si unisce a genitori e lavoratori, e chiede a gran voce che tale grave problematica sia affrontata seriamente. L’amministrazione convochi immediatamente la commissione mensa e pubblica istruzione, rispondendo, informando e cooperando anche con minoranza, famiglie e sindacati".

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