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Sabato, 27 Aprile 2024
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La pediatra teatina Raffaella Marino torna in Africa: "Paura di contagi, le donne partoriscono a casa rischiando la vita"

Martedì 7 settembre lascerà l’Italia per andare a Bangui, in Repubblica Centrafricana, dove per un anno lavorerà come pediatra nei progetti di Medici con l’Africa Cuamm

La pediatra teatina Raffaella Marino, in servizio ad Asti,  martedì 7 settembre lascerà l’Italia per andare a Bangui, in Repubblica Centrafricana, dove per un anno lavorerà come pediatra nei progetti di Medici con l’Africa Cuamm.

Dopo un’esperienza in Sud Sudan nel 2018, ora ritorna in un altro paese molto complesso: il Centrafrica

Un’esperienza, quella di Raffaella, che inizia grazie all’accordo che il Cuamm ha con il SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina) e continua poi con il progetto Junior Project Officer (Jpo) di Medici con l’Africa Cuamm: un accordo con le università italiane che permette ai giovani medici di lavorare in contesti in via di sviluppo e di sperimentare una medicina frugale, trovando le soluzioni migliori con le poche risorse a disposizione.

"Sono passati degli anni dalle mie prime esperienze – spiega Raffaella Marino -. La prima volta sono stata in Africa da studente di Medicina: un mese a Wolisso, in Etiopia, nel 2011. Nel 2012 ho conosciuto la realtà di Tosamaganga, in Tanzania, sempre da studentessa. Nel 2017 sono stata a Wolisso, per 6 mesi, e infine nel 2018 mi sono rimessa in gioco, in Sud Sudan, da pediatra. Ora parto con uno stato d’animo diverso, con nuove motivazioni, sentendomi sempre una privilegiata per il dono dal valore inestimabile che il lavoro del di medico può offrire. È, infatti, una fortuna potersi mettere in gioco in contesti sempre differenti. Non voglio dimenticare ciò che mi ha dato tanto in termini di esperienza e formazione. Anche per questo sento il bisogno di ripartire".

In Repubblica Centrafricana, come negli altri sette paesi in cui l’organizzazione è presente, nell’ultimo anno è stato necessario lavorare intensamente per mettere in sicurezza gli ospedali e le comunità contro il Covid-19, che minaccia anche l’Africa e preoccupa per gli effetti secondari che genera. Sempre più persone infatti non vanno in ospedale per il timore di essere contagiate, con il risultato che molte donne rischiano la vita partorendo a casa, o molti bambini non vengono vaccinati contro le malattie più comuni. Per questo per Medici con l’Africa Cuamm è importante continuare a dare continuità ai progetti e fornire assistenza sanitaria a chi ha più bisogno.

"Davanti a un’emergenza globale - si legge nella nota di Cuam - l’unica risposta possibile deve essere globale. L’Africa non può restare esclusa. Vaccinare medici, infermieri e la popolazione africana è un atto di solidarietà e insieme di sicurezza per tutti, anche per noi: solo così riusciremo a interrompere la diffusione del virus e delle sue varianti. Serve un piano vaccinale anti Covid in Africa. Servono più dosi. E queste dosi, poi, devono diventare vaccinazione vera”.

L'obiettivo dell’intervento Cuamm è portare il vaccino in 51 distretti di 6 paesi in cui è presente: Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda, per una popolazione complessiva di circa 5 milioni di abitanti.

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 8 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con circa 3.000 operatori sia europei che africani; appoggia 23 ospedali, 127 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi).
 

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