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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La lupa di Vasto sparita da due settimane mentre la UE rivaluta al ribasso la protezione speciale della razza

Per Ursula von der Leyen è il caso di prevedere una “maggiore flessibilità” e ampliare le deroghe che consentono di abbattere questi animali, critica la LNDC Animal Protection

Da circa due settimane la lupa che da mesi tiene in scacco Vasto e San Salvo è sparita. Questo nonostante l'avvistamento nel quartiere Icea di San Salvo marina di due esemplari e l'atto predatorio effettuato da un lupo nei confronti di un cagnolino a Le nereidi, due episodi che, comunque, fino a prova contraria non sono attribuibili alla lupa che ha aggredito almeno una persona in questi mesi. E intanto i lacci atraumatici posizionati in luoghi strategici non sono riusciti nel loro intento di catturare l'animale, così come le fototrappole, nonostante abbiano immortalato un esemplare di lupo, non hanno potuto aiutare più di tanto la causa.

Una svolta sembra però arrivare dall'Unione europea che, anche attraverso la voce diretta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha annunciato che sta rivalutando la protezione speciale di cui questi animali godono al momento. Attualmente, infatti, i lupi non possono essere uccisi se non in casi eccezionali e a seguito di adeguate valutazioni scientifiche e procedure approvate, per quanto riguarda l’Italia, dall’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Il futuro non si prospetta, quindi, roseo per la popolazione europea e italiana di lupi, che negli ultimi tempi stanno finalmente tornando a numeri che fanno pensare di non essere più a rischio di estinzione.

Secondo von der Leyen è il caso di prevedere una “maggiore flessibilità” e ampliare le deroghe che consentono di abbattere questi animali che rappresenterebbero un problema per il bestiame degli allevamenti e “potenzialmente” anche per le persone. Secondo la Commissione Europea, che ha chiesto dati aggiornati sulla popolazione di lupi alle varie parti coinvolte, dalle comunità locali agli scienziati, le misure di protezione disponibili per difendersi dalle predazioni non sarebbero utilizzate in maniera sufficiente a svolgere in maniera efficace il loro compito.

Ma la LNDC Animal Protection non ci sta e sulle pagine del suo sito ufficiale critica aspramente questa prospettiva: «È paradossale che, sebbene il problema sia il mancato o insufficiente utilizzo delle misure di protezione, la soluzione prospettata sia quella di autorizzare più facilmente le uccisioni dei lupi - scrive la presidente Piera Rosati –. Che di fatto è un po’ come dire “se in pochi utilizzano il casco, mettiamo al bando tutte le motociclette”. La differenza però è che non si parla di motociclette ma di esseri viventi e senzienti, che per decenni abbiamo protetto dall’estinzione perché hanno un ruolo fondamentale nell’ecosistema e che ora si pensa di tornare a sterminare per la nostra incapacità di conviverci in maniera sicura. Ricordiamoci sempre che siamo noi umani che invadiamo i territori della fauna selvatica, costruendo e colonizzando ovunque, non il contrario. Inoltre, questa narrazione continua che una certa area politica fa per demonizzare gli animali selvatici semina paure che poi sfociano in psicosi e gesti distruttivi come quello che ha portato alla morte di Amarena. Dire che i lupi rappresentano un potenziale pericolo per le persone è gravissimo, visto che negli anni si sono contati pochissimi incidenti in tal senso».

«È fondamentale che per la stima del numero di lupi realmente presente sui territori europei si faccia riferimento ai dati scientifici e non alla percezione del settore zootecnico o venatorio - aggiunge Michele Pezone, responsabile diritti animali di LNDC Animal Protection-. La protezione della fauna selvatica non può essere ostaggio di interessi economici di privati, che comunque hanno già accesso a risarcimenti per eventuali danni subiti a seguito di predazioni. Anche perché questo atteggiamento miope ha già portato quasi all’estinzione dei lupi, ora faticosamente ripopolati. Non avrebbe senso ricominciare a ucciderli per farli tornare a rischio estinzione e dover poi fare di nuovo tutto da capo. In ogni caso, terremo monitorata la situazione e siamo pronti a dare battaglia in tutte le sedi per evitare che questo succeda».

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