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Fine vita, in Abruzzo un testamento biologico ogni 149 abitanti

La regione è al 13° posto per numero di testamenti biologici depositati in Italia: l'indagine dell'associazione Luca Coscioni

Sono 3.962 i testamenti biologici depositati fino ad oggi in Abruzzo dove in media è stato depositato un testamento ogni 149 abitanti. La regione è al 13° posto per numero di testamenti biologici depositati in Italia. È quanto emerge dall’indagine diffusa dall’associazione Luca Coscioni la quale, in mancanza della relazione del Ministero della salute, da inizio 2022 ha promosso un accesso agli atti generalizzato per richiedere a 4.362 Comuni italiani  (il 55% del totale) quante Disposizioni anticipate di trattamento sono state ricevute dai Comuni dall’entrata in vigore della legge a oggi e quante di queste sono state trasferite alla Banca dati nazionale.

“L’iniziativa è tuttora in corso e punta ad allargare l’indagine sulla totalità dei comuni italiani. Già disponibili invece i dati di quasi tutti i capoluoghi a eccezione di Frosinone, Latina, Isernia, Caserta, Salerno, Barletta, Enna e Brindisi, che non hanno ancora risposto o hanno risposto in maniera parziale” evidenzia l’associazione. Andando invece ad analizzare la mappa regionale, si legge che a Chieti sono 179 le disposizioni anticipate di trattamento.
    
Negli oltre 3mila Comuni che hanno risposto, risultano essere state depositate 151.297 Dat (l’indagine non tiene conto di quelle depositate dai notai e presso le strutture sanitarie). Sulla base dei dati raccolti dall’associazione Luca Coscioni, Swg ha selezionato 2.550 Comuni tra quelli che hanno risposto, effettuando una proiezione statistica che vedrebbe la presenza di 223.290 Dat nei Comuni italiani. 

“Permangono ancora ritardi nell’inserimento da parte dei Comuni delle Dat nella Banca dati nazionale: solo l’88% delle Dat depositate nei Comuni è effettivamente entrata all’interno della Banca dati. Più di una Dat  ogni 10  – aggiungono - non è ancora quindi stata registrata con gravi ritardi soprattutto in Liguria (59,5% di inserimenti), Sicilia (67,5%), Calabria (68,5%), Puglia (70,5%) e Sardegna (71,5%). La Banca dati nazionale, prevista dalla legge di bilancio 2018, è istituita presso il Ministero della salute e ha la funzione di raccogliere le Dat, garantirne il tempestivo aggiornamento e assicurarne la piena accessibilità”. 
 

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