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Domenica, 28 Aprile 2024
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Strutture permanenti sulla Via Verde approvate in consiglio regionale, il Wwf: "Attacco diretto e sfrontato alla nostra costa"

Per Ines Palena, presidente dell'associazione Wwf zona frentana e costa teatina, "è di una gravità inaudita" l'approvazione dell'emendamento nell'ultima seduta dell'assemblea per questa legislatura

"La Via Verde diventa luogo di scambio". È il commento della presidente dell'associazione Wwf zona frentana e costa teatina, Ines Palena, su quanto accaduto nell'ultimo consiglio regionale di questa legislatura, con l'approvazione dell'emendamento firmato dal consigliere Fabrizio Montepara che autorizza le strutture temporanee terziarie, destinate a servire i territori di particolare interesse turistico-ricettivo, a diventare permanenti.

"È di una gravità inaudita - attacca Palena - che non può essere sottaciuta. È un attacco diretto e sfrontato alla nostra costa e al territorio di questa Regione Verde. A un mese dalle votazioni è stata apportata una modifica alla norma regionale sul commercio e in particolare alla parte che si occupa dell’attività stagionale e temporanea di somministrazione, la quale prevede che 'I Comuni stabiliscono le condizioni per l'esercizio dell'attività di somministrazione in forma stagionale, considerandosi tale l'attività svolta per uno o più periodi, nel complesso non inferiori a novanta giorni e non superiori a centottanta giorni per ciascun anno solare'. La modifica dell’emendamento consiste nell’aggiunta a 180 giorni delle parole: 'di apertura effettiva'. Benché si tratti di una norma generale, che si applicherebbe a qualsiasi attività di somministrazione di beni e servizi, la sua ricaduta immediata sulle strutture presenti sulla Via Verde appare evidente. Permetterebbe, di fatto - spiega la presidente del Wwf - a quei soggetti che finora non hanno provveduto a smontare le strutture al superamento dei 180 giorni prescritti dalla legge di rimanere 'in piedi' per tutto l’anno, in barba a chi si era scrupolosamente attenuto alla normativa smantellando tutto a fine stagione".

"In questo tratto di costa, negli ultimi anni - osserva Ines Palena - sono state rilasciate molte autorizzazioni all’esercizio di attività legate alla ristorazione e ai servizi, in conseguenza dell’incremento dei turisti che frequentano la pista ciclabile grazie anche al completamento degli interventi sulle gallerie, che ne permettono finalmente la fruizione su tratti lunghissimi. Le nuove attività nate come funghi sulla Via Verde dovrebbero avere carattere stagionale, nella misura in cui la struttura deve essere rimossa o smontata alla fine della stagione turistica. Ricordiamo come la costa compresa tra Ortona e Vasto si sia, finora, preservata dalla urbanizzazione selvaggia grazie alla presenza prima del sedime ferroviario, e, poi alla tutela sopraggiunta con la legge regionale n.5/2007, fortemente voluta dalla politica locale di concerto con le associazioni ambientaliste".

"Sono state queste circostanze - ricorda ancora la presidente del Wwf - che hanno portato alla istituzione, ormai nel lontano 2001, del parco mazionale della Costa Teatina, fermo nel cassetto del ministero dell’Ambiente, e alla nascita della pista ciclopedonale Via Verde, divenuta famosa per i panorami, per le piccole calette di ghiaia e sabbia, per le pareti di falesia e, non da ultimo, per le numerose aree protette disseminate lungo il percorso. Tutti elementi questi che dovrebbero indurre la politica locale e regionale a una gestione del territorio che, da un lato, tenda alla conservazione di quanto di naturale e autentico resiste e, dall’altro, sviluppi un sistema economico/turistico in grado di sfruttare l’unicità del luogo; il tutto, ovviamente, cercando un equilibrio tra questi elementi, sfruttamento economico e conservazione, apparentemente in contrasto ma che in realtà rappresentano ciò che contraddistingue questa pista ciclopedonale da tante altre in giro per il mondo".

Conclude Ines Palena: “Si continua con la miope politica di accontentare qualche privato invece di accelerare sulle necessarie opere per completare i tratti mancanti di Via Verde e provvedere alla manutenzione ordinaria della pista, che rappresentano il vero interesse collettivo. Di fatto dopo tanti anni, la Via Verde è ancora incompleta e carente di servizi essenziali, come fontanelle per l’acqua, servizi igienici, panchine per riposarsi, con relative rastrelliere per le bici”.

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