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Covid a Pizzoferrato, parla il sindaco: "Nessuna convivialità incosciente all'origine dei contagi"

Il sindaco Fagnilli torna a smentire le voci sulla diffusione dei contagi legata all'uccisione del maiale in paese, che da ieri è zona rossa. Grande adesione, intanto, allo screening di massa

Prosegue sotto la neve, a 1250 metri di altitudine, lo screening di massa a Pizzoferrato: uno dei Comuni dove il coronavirus non ha fatto sconti durante questa seconda ondata. Da ieri il Comune della provincia di Chieti è zona rossa per una settimana, come stabilito da un’ordinanza del presidente della Regione Abruzzo. 136 i tamponi eseguiti ieri in Muncipio.

L’escalation di contagi in un Comune di poco più di mille abitanti ha avuto risonanza mediatica ben oltre i confini regionali e oggi il sindaco Palmerino Fagnilli ci tiene a smentire quelle che assieme ai compaesani definisce "dicerie e interpretazioni fantasiose e folkloristiche dei dati e delle cause". Era circolata la voce che gran parte dei contagi qui fosse legata al rito dell’uccisione del maiale: un momento conviviale ancora in voga in alcune zone d’Abruzzo e che prevede la partecipazione anche di persone esterne al nucleo familiare.

Una circostanza che l’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì aveva confermato all’Ansa: "In alcune aree, come Pizzoferrato - la dichiarazione - nell'ambito del tracciamento dei contatti è emerso che all'origine dei contagi ci sono feste ed eventi tipici della tradizione abruzzese. In questo momento vanno evitati completamente perché fanno aumentare in modo esponenziale i contagi”.

“Pizzoferrato – chiarisce  Fagnilli - è stata aggredita dal Covid, come tantissime altre località dell’Abruzzo, dell’Italia e del mondo, ma non a causa di uccisioni di maiali e di banchetti luculliani. E questo possiamo fornirlo come dato ufficiale: la eterogeneità dei contagi (dall’anziano che vive solo in casa al bambino, dalle frazioni al paese, dall’operaio al professionista) non consente di individuare la causa in un momento preciso e determinato che appartiene alla comunità. Nessuna convivialità incosciente, campagnola ed incivile”.

Il sindaco di Pizzoferrato ringrazia il personale della Asl attivo da una settimana con la campagna di screening, i dipendenti comunali e tutti i cittadini che si sono recati a fare il tampone, nonostante la bufera di neve.

 “Intere famiglie erano in attesa composta aspettando il proprio turno ed anche i più piccini, vestiti con il tutone colorato per la neve e non per andare a sciare, ma per andare a fare il tampone; queste immagini dolorose, ma di profonda ed umana bellezza, resteranno impresse nella mia memoria per il resto della mia vita. Ecco questa è la comunità di Pizzoferrato, che io rappresento: gente che non si arrende, con una grande forza, senso di responsabilità, di solidarietà e di generosità, gente il cui spirito ti entra nell’anima”.

Fagnilli guarda avanti con ottimismo e si dice soddisfatto dell’adesione ai test di massa: al momento il 72% della popolazione si è sottoposta al tampone: “I dati che ci stanno restituendo - afferma il sindaco di Pizzoferrato - ci fanno sperare di poter avanzare l’ipotesi di chiedere la revoca dell’ordinanza regionale, già nei prossimi giorni e prima ancora che la stessa vada a naturale scadenza, ovvero il 22 gennaio”. 

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