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LE SFIDE

Il ministro Bernini inaugura il nuovo anno accademico: “Stop ai test di Medicina, più alloggi per gli studenti”

La cerimonia nell'auditorium del rettorato della d’Annunzio: novità e sfide anche nel discorso di Liborio Stuppia, alla sua prima inaugurazione da rettore

Internazionalizzazione, inclusività, innovazione, rigenerazione sono alcuni dei temi che hanno caratterizzato, questa mattina, la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'università degli studi "Gabriele d'Annunzio": la prima presieduta dal nuovo rettore Liborio Stuppia e che ha visto la partecipazione, per le conclusioni, del ministro dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini.  

Anche a Chieti, come il giorno prima all’università del Piemonte orientale, Bernini è tornata a parlare dell’abolizione del numero chiuso per l'accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia. “Credo che i test di ammissione a medicina, i Tolc, debbano essere superati, debbano diventare aperti e pubblici, quindi che ci debba essere una banca dati in cui pescare, che faccia venire meno tutto quel mercato, ammesso che ci sia, di gestione oscura delle domande e dei test che invece devono messi a disposizione da subito degli studenti, devono sapere cosa studiare, dove studiare e quali sono le caratteristiche del test - ha detto il ministro dell'Università - . Ci saranno corsi preparatori, ovviamente non a carico degli studenti e questo rientra nel secondo passaggio di apertura sostenibile dell'accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia, sostenibile perché il numero chiuso com'era non esiste già più, nel senso che noi abbiamo già aumentato i numeri, più di tremila quest'anno, 30.000 nei prossimi sei anni, deve essere tutto compatibile con il fabbisogno dei medici e con la qualità dell'offerta formativa, col fatto di non sacrificare gli studenti facendo una specie di selezionato naturale buttandoli allo sbaraglio".

Bernini ha anche parlato di diritto allo studio spiegando di aver messo da parte una somma in legge di Bilancio per aumentare di più di 30 milioni la dotazione delle borse di studio e di housing. "Voi sapete che noi abbiamo un numero assolutamente insufficiente, in Italia, di studentati. L'effetto paradossalmente positivo del Covid è stato quello di avere una fonte cospicua di finanziamento anche per l'università e la ricerca, per le infrastrutture universitarie, da qui al 2026. Abbiamo avuto molti fondi-, li abbiamo trasferiti all'università e agli enti di ricerca, dobbiamo spendere sì, ma spendere bene soprattutto, dopo il 2026 evitare di risentire dello scalino del mercato universitario toppato dal Pnrr che dopo il 2026 va in crisi di astinenza, sfida che dobbiamo cominciare ad impostare subito. Il tema che più ci ha tenuto, come ministero dell'università, appena siamo arrivati sono gli alloggi degli studenti. Si è riusciti a mettere insieme solo 40 mila posti letti noi ne dobbiamo mettere insieme altri 60 mila da qui al 2026, abbiamo già cominciato, non ci sottraiamo, è una sfida pazzesca. Siamo riusciti ad ottenere altri fondi dalla Commissione europea, siamo riusciti a mettere già insieme dei finanziamenti, ma abbiamo 3 vie: il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la legge 338 che è una legge attraverso cui il ministero finanzia l'università per fare studentati. Abbiamo investito altri 500 milioni per un totale di 5 mila 400 altri posti letto, non in Abruzzo - ha concluso - quindi dovremmo avere una rigenerazione di circa 490 posti letto e una nascita di circa 200 nuovi posti letto - terza alternativa - Abbiamo fatto un protocollo d'intesa con il demanio per fare in modo che attraverso comuni e regioni vengano presi questi immobili vuoti, abbandonati, che hanno perso il senso della loro storia e vengano riempiti di studentesse e di studenti". 

Il rettore Stuppia con il sindaco Ferrara

Il rettore Liborio Stuppia ha sottolineato l’importanza della presenza del ministro Bernini: “È la seconda volta che viene nel giro di pochi mesi, quindi non è un caso, chiaramente è il segno che in qualche modo apprezza che ci stiamo muovendo molto sulla stessa linea del ministero cioè di intervenire il più possibile per il diritto allo studio. Noi abbiamo stanziato un milione e mezzo per le borse di studio dei ragazzi e credo che ci sia apprezzamento per questa nostra attenzione al diritto allo studio" ha spiegato. Il rettore ha anche annunciato che sono iniziati i lavori per la costruzione di due studentati, uno a Chieti e uno a Pescara, che consentiranno in meno di due anni di destinare 200 alloggi agli studenti.

Novità e sfide nel discorso del rettore alla sua prima inaugurazione di un anno accademico: "La prima - ha dichiarato - è l’internazionalizzazione: dobbiamo diventare internazionali, dobbiamo aprire dei corsi di studio in inglese, dobbiamo svecchiare dei corsi di studio, vedere quali sono le proposte che il territorio ci richiede, dobbiamo cambiare tantissime cose ma soprattutto una dimensione più internazionale è la sfida più importante che mi sono dato. Sarà un anno accademico importante - ha aggiunto - perché abbiamo messo in opera tutta una serie di modifiche ad alcuni corsi di laurea, soprattutto Medicina, quindi dovrebbe essere un anno di grandi cambiamenti. E poi anche per la vita nel campus perché da maggio ogni venerdì sera ci saranno delle iniziative per gli studenti, quindi apriremo il campus di Chieti e poi anche quello di Pescara alle iniziative sociali e culturali dei ragazzi". Qualità dello studio, università attrattiva e la possibilità di creare una rete imprenditoriale abruzzese in grado di accogliere chi sceglie la d’Annunzio e di non far scappare via i laureati. “Dobbiamo pensare in grande, dobbiamo diventare un polo importante per l'Adriatico e ragionare sul fatto che in Italia ormai non si vive più solo in nord sud ma anche in est ovest. Noi dobbiamo svilupparci assolutamente su tutta la costa est".

Fra gli obiettivi da realizzare alla d’Annunzio c'è la presenza di un medico nel campus per gli studenti che vengono da fuori. "Lo faremo – la promessa di Stuppia - non è semplicissimo perché dovremo trovare degli spazi che siano autorizzati dal punto di vista sanitario, non possiamo mettere un medico in un'aula, ma piano piano faremo anche quello".

 

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