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Asili nido comunali, la Fp Cgil accusa: "Mancanza di organizzazione, progettazione e visione nel lungo periodo"

Il sindacato torna a chiedere al Comune l'istituzione di un tavolo permanente, invitando a considerare il servizio non "un peso finanziario oneroso, ma come un investimento sul futuro del servizio integrato 0-6"

Torna a sollecitare risposte sugli asili nido comunali il segretario generale della Fp Cgil Chieti, Giuseppe Rucci. 

"In questo periodo - dice - registriamo nuovamente il persistere di enormi criticità che rischiano seriamente di impattare sul riavvio del servizio per il 2022. Abbiamo apprezzato che su questa vicenda nei mesi scorsi erano arrivate informazioni confortanti che andavano in un senso opposto da quanto inizialmente previsto sul piano di rientro. Riscontri erano arrivati anche da dichiarazioni pubbliche apparse sugli organi di stampa: questo ha consentito di avere una presenza nella sezione 18/36 mesi di 22 bambini (23 da gennaio), nel rispetto della graduatoria, su un totale di 33 (da gennaio)".

"Essendo questi i numeri - spiega Rucci - per rispettare il rapporto educatore/bambino stabilito dalle normative in materia, per la suddetta sezione il numero di educatrici è di 4 unità. Eventuali e ventilati problemi di risorse andrebbero a impattare nella riduzione del numero degli operatori, creando problemi per mantenere il numero dei bambini e conseguentemente non garantendo quegli standard qualitativi/organizzativi che sono stati da sempre il pregio dell’asilo".

"L’approvazione del piano pedagogico per calare il progetto educativo in un contesto moderno legato a un servizio di qualità e inclusivo - osserva il segretario della Fp Cgil Chieti - sono aspetti importanti, ma continuiamo a registrare una mancanza di organizzazione, progettazione e visione nel lungo periodo. Auspichiamo che la discontinuità rispetto al recente passato debba e possa considerare questo servizio non come un peso finanziario oneroso, ma come un investimento sul futuro del servizio integrato 0-6 esattamente come indicato nel decreto 65 della Buona Scuola. Qualora dovessero essere confermati i nostri timori, ci vedremmo costretti insieme a operatori e famiglie a indire una assemblea pubblica sul tema, per denunciare nuovamente questa problematica".

"Allo stesso tempo - conclude Rucci - torniamo nuovamente a sollecitare l’istituzione di un tavolo permanente per delineare le azioni necessarie da intraprendere sui servizi educativi".

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