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Il Sant'Anna calcio non si iscrive a nessun campionato: in fumo 47 anni di storia

Non sventola più la bandiera della storica società teatina fondata nel 1976

Dopo 47 anni il Sant’Anna calcio non si iscrive ad alcun campionato. Non sventola più, dunque, la bandiera della storica società teatina fondata nel 1976.

Il Sant'Anna nasce dall'iniziativa di Antonio Scardetta ed Enio Di Marzio che ai tempi avevano scritto il primo Statuto societario che prevedeva lo svolgimento delle attività ricreative e sportive con la gestione del circolo Sant'Anna. Di quest'ultimo Scardetta era presidente e Di Marzio il segretario.

In tanti si avvicinarono, giovani e meno giovani del quartiere. A quel punto i due fondatori decisero di allestire una squadra con l'appoggio degli imprenditori del quartiere Giorgio Di Renzo, Fernando Di Lorenzo e Pino D’Ingiullo.

Di Renzo è stato il primo presidente del Sant'Anna Calcio e Umberto Sacco "Madonna” è stato il primo allenatore, seguito da Gino Davide e successivamente dallo stesso Di Marzio.

Il terzo anno c'è l'ingresso in società di Nazzareno La Rovere. Dopo la vittoria del primo campionato diventa il nuovo presidente. 
Negli anni il Sant’Anna diventa un punto di riferimento per i ragazzi di Chieti.Intere generazioni di teatini che hanno calcato il terreno di gioco, oggi intitolato proprio a La Rovere, e che hanno incontrato nel loro percorso quello che in tanti considerano ancora un "secondo padre". Alla morte del presidente nel 2013 sono stati vari i tentativi di mantenere la società su buoni livelli.

Nella stagione 2014-2015 la vittoria del campionato di seconda categoria con mister Giuseppe Santovito in panchina.

Nel 2017 la società passa nelle mani di Christian Perilli. Dopo un anno però l'affidamento del campo di Sant’Anna viene assegnato alle società River '65 e Città di Chieti.

Senza la gestione del campo iniziano i problemi anche se la prima squadra con mister Roberto Santarelli nel ruolo di allenatore-giocatore fa il salto in Promozione nella stagione 2018/2019. Per il Sant'Anna si preannuncia un futuro ricco di soddisfazioni.

Il campo però non è omologato e la squadra deve disputare la gare casalinghe altrove. Il presidente lascia e l'anno successivo si riparte dalla seconda categoria con una nuova società guidata da Nevio Checchia. 

Il Sant'Anna però a Chieti già non c'è più. Gli allenamenti si svolgono a San Giovanni Teatino mentre le gare vengono disputate a Ripa Teatina.

A marzo il Covid ferma tutte le attività. L'anno successivo si prova ad allestire una squadra competitiva ma la pandemia ferma di nuovo i campionati regionali.

Nella stagione 2021-2022 arriva l'ennesimo cambio societario. La società passa in mano a Francesco Marcuccitti. Viene allestita una buona squadra. Il Sant'Anna si trasferisce al campo sportivo Celdit di Chieti Scalo. Al "Nazzareno La Rovere" nel frattempo passato in gestione al Chieti Calcio manca ancora l'omologazione.

La scorsa stagione poi l'epilogo. A raccontare le ultime vicende è Giampiero Riccardo, consigliere comunale e negli ultimi anni tesserato della società teatina. "La squadra era guidata dal nuovo presidente Antonio D'Egidio. Speravamo finalmente di poter tornare a Sant'Anna ma tra i problemi relativi a lavori mai iniziati e il campo non omologato non è stato possibile".

C'è un episodio che, però, secondo Riccardo ha fatto scattare la decisione di alzare bandiera bianca. "Una delle società teatine riesce a disputare una gara ufficiale sul terreno di gioco del "Nazzareno La Rovere". La settimana successiva avevamo un problema con una caldaia al Celdit e per paura di poter incappare in sanzioni abbiamo chiesto al Chieti calcio di poter disputare la gara domenicale proprio a Sant'Anna. La società neroverde si è dimostrata subito disponibile. Qui però l'amara sorpresa: la richiesta viene respinta dalla federazione perchè il campo non è omologato. Lo era fino alla domenica precedente, improvvisamente il lunedì non era più utilizzabile. 

Ci siamo resi conto che non ci sono più le condizioni per andare avanti. Non si vuole che il Sant’Anna sia in vita. A Chieti non c’è spazio. Tra l'altro nessuno negli ultimi mesi ha voluto prendere in mano il titolo sportivo che ora è sospeso. Le amministrazioni comunali e il tessuto socio economico cittadino non hanno mostrato alcun interesse". 

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