Palatricalle in festa. Colori biancorossi dappertutto. Dal parcheggio fuori, all'ingresso, sulle gradinate, in campo, in ogni luogo sventolio di colori teatini a reclamare una presenza indiscutibile nello sport che conta. Anche il bandierone, su nella gradonata in alto, fra le mani del tifo più profondo a sventolare per ambire ad una vittoria desiderata quanto ampiamente meritata sia fuori che giù in campo. Dai colori inconfondibili di un tifo prezioso e presente al passato di ricordi epici e di grandi imprese, di giocatori che non mostrano emozione nello scendere eleganti ancora in campo per un'applauso, per una targa ricordo, per un riconoscimento vero e sincero di una città che non dimentica mai; in parata ufficiale giù sul parquet la mitica squadra guidata da quel Marzoli che incredibilmente è ancora lì.

Dopo oltre vent'anni, alla guida, questa volta, di un quintetto tutto da scoprire ma che già dalle prime battute non nasconde la spiccata vocazione allo spettacolo e allo sport d'alto livello.

Partita perfettamente in equilibrio per due quarti, al terzo quarto ecco emergere un folletto: è l'americano. Grande show di Glover, un play con i controfiocchi che, in poco meno di tre minuti offre un repertorio da favola per imbambolare avversari, compagni ed arbitri. Un autentico furia in campo che ruba tempo e spazio a tutti perfino agli spettatori che non riescono a gustare una giocata che di nuovo giù con gli applausi per un'altro dei suoi balzi stratosferici. Un bel gioco in campo. Avversari ostici. Furie imbattibili. Splendidi ragazzi anche negli elastici balzi dei saluti finali: gimme five a tutti.

Parte bene dunque la Proger Chieti del Patron Di Cosmo, parte bene la comunità sportiva, fra epici ritorni e larghi sorrisi, parte bene la Chieti dello sport che piace ancora nonostante crisi, complessi e decadenze varie.