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Commemorazione Foibe a Chieti, Giustino Zulli (Anpi): "Pensare che i partigiani di Tito non si sarebbero vendicati è pura ipocrisia"

L'ex sindacalista teatino attacca il sindaco di Chieti accusandolo di "mistificare la storia dedicando una targa a Norma Cossetto, figlia di un fascista"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Ulteriori riflessioni sulle vicende delle foibe “Le vicende delle foibe rappresentano una pagina buia della nostra storia, una sciagura nazionale che deve contribuire a sconfiggere i negazionismi di ogni tipo”. Così ha detto, tra l’altro, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del “Giorno del Ricordo” che dovrebbe contribuire a fare, definitivamente, i conti con un passato che non passa, utilizzato com’è, a fini a volte bassamente propagandistici, da esponenti delle varie destre italiane e locali. Questi alti appelli per evitare che le atrocità delle foibe, dei campi di concentramento, dello sterminio degli ebrei – la Shoah, che molti esponenti di destra negano - si ripetano, nella nostra città evidentemente cadono nel vuoto perché le varie rappresentanze delle destre utilizzano ogni occasione per rinfocolare odio, rancore, tentare di mistificare la storia, come hanno fatto questa mattina dedicando una targa a Norma Cossetto, figlia di un alto gerarca fascista che operava a Trieste in quell’epoca, una delle tante vittime di una guerra scatenata, non dimentichiamolo mai, dai nazisti dei quali i fascisti italiani sono sempre stati servili alleati.

Da alcune foto pubblicate, ho visto che sono state presenti anche le scolaresche e che il sindaco, con la fascia tricolore, ha presenziato la cerimonia. Essendo stata varata dal Parlamento italiano con legge n. 92 del 30 marzo 2004, “Il Giorno del Ricordo” deve servire a ricordare a tutti le atrocità di ogni guerra ed io mi auguro che nel corso della cerimonia il Sindaco o chi per lui abbia ricordato, alle scolaresche presenti, che è stato il fascismo, a cui si è sempre ispirato –dalla “Giovane Italia, al Fuan, dal MSI ad An ecc.- ad imporre l’italianizzazione dell’Istria, Slovenia, Dalmazia, Croazia. Che sono stati i fascisti a dare fuoco alla Casa del Popolo di Trieste, a togliere le denominazioni in lingua slava delle vie, delle scuole ed edifici pubblici, a cambiare i nomi e i cognomi slavi, italianizzandoli. Che sono stati gli “ustascia”, appartenenti al movimento nazionalista e fascista croato di estrema destra, alleato dei nazisti tedeschi e fascisti italiani nel corso della seconda guerra mondiale scatenata da Hitler con la subalterna complicità di Mussolini, a massacrare tanti innocenti. Così come mi auguro che il Sindaco Di Primio ed il Consigliere comunale Di Paolo abbiano ricordato alle scolaresche che il 6 aprile 1941 sono stati i nazifascisti ad invadere la Jugoslavia, senza alcuna dichiarazione di guerra, che consentì all’Italia fascista di annettere la Slovenia, la Dalmazia e Fiume e che dopo l’armistizio del Maresciallo Badoglio del 30 settembre 1943, fu la Wermacht nazista, con il consenso dei fascisti italiani, a uccidere, senza alcuna pietà, i partigiani titini e a sterminare oltre 5 mila donne, vecchi e bambini nella Risiera di San Sabba solo perché ebrei, già perseguitati in Italia con le famigerate leggi razziali elaborate da Giorgio Almirante, diventato dopo la guerra, per molti anni, segretario nazionale del MSI. Le foibe sono state un fatto gravissimo, dolorosissimo, ma frutto delle inaudite violenze operate dai nazifascisti contro la popolazione slava.

Pensare che una volta sconfitti dai partigiani titini, nessuno si sarebbe vendicato, a torto o a ragione, delle violenze subite, sui collaborazionisti fascisti e sui loro familiari, è pura ipocrisia. Purtroppo, le vicende di quegli orribili anni hanno lasciato una lunga scia di morti, di feriti, di odio, rancore, divisione. Basti ricordare che solo il 5 ottobre 1954 Trieste, col memorandum di Londra, fu assegnata definitivamente all’Italia mentre l’Istria, la Dalmazia e Fiume furono assegnate alla Jugoslavia. E questi sono i frutti avvelenati che lasciano tutte le guerre, come insegna anche la “questione tedesca” con Berlino, che solo nel 1989 ha potuto demolire, finalmente, il muro costruito dai sovietici.

Capisco che il Sindaco Di Primio e il Consigliere comunale, Di Paolo, dovendo dedicare molto del loro tempo a trovare vie, piazze e larghi da intitolare a persone che hanno avuto a che fare con il fascismo, ne abbiano poco per poter leggere e studiare qualche buon testo che, oggettivamente, si è occupato di quelle tristi vicende ma, negli ultimissimi giorni, la TV pubblica ha dedicato film e programmi di storia che mi permetto di suggerire a chi ne volesse sapere di più. Ormai, con Raiplay è possibile rivedere programmi che magari sono stati persi per gravosi impegni amministrativi. A me ha fatto piacere l’intitolazione di una piazza alle vittime delle foibe, tra cui, oltre ai fascisti, ci sono stati anche molti sacerdoti cattolici, comunisti, socialisti, civili apolitici ecc. E fa piacere anche avere i massimi rappresentanti delle istituzioni locali, Sindaco e Prefetto, partecipare a queste manifestazioni.

Domani, 11 febbraio, a Colle Pineta di Pescara, ce ne sarà un’altra nel luogo dove furono fucilati 9 Partigiani teatini della “Banda Palombaro” e sono sicuro che, contrariamente agli altri anni, ci sarà anche il Sindaco di Chieti con la fascia tricolore, magari a capo di una delegazione di assessori e consiglieri comunali così sensibili a ricordare le vittime delle foibe che, per fortuna, non hanno avuto alcun teatino tra di loro. Poi, visto che c’è tutta questa sensibilità ad intitolare piazze e vie, mi limito solo a ricordare che, da diversi anni, l’ANPI di Chieti, sostenuta dalla raccolta di centinaia di firme, ha proposto all’Amministrazione comunale, di intitolare una via o una piazza alla Repubblica italiana, nata dall’eroica lotta di Liberazione nazionale dalla tirannide nazifascista. Facendo proposte concrete, l’ANPI ha suggerito di intitolare alla Repubblica l’attuale Piazza Umberto I che potrebbe rimanere, come Piazza San Giustino, “già Piazza Vittorio Emanuele II”, nel sottotitolo Sarà sicuramente per i tanti gravosi impegni che hanno sia il Sindaco che i suoi assessori e consiglieri che lo sostengono, ma di questa proposta si sono perse le tracce. Lavoreremo perché la prossima amministrazione, che ci auguriamo di diverso orientamento, metta fine a questa vergogna. Chieti, 10 febbraio 2020 Giustino Zulli Vive Presidente Vicario Sezione ANPI Chieti

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