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Lunedì, 29 Aprile 2024
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L’anticiclone subtropicale in inverno: temperature ben oltre le medie ma non ovunque

Laddove resiste l’inversione termica rimane freddo con nebbie, inquinanti e stamattina anche qualche caso di neve chimica. Ad approfondire le altre facce dell’alta pressione è il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara

Le giornate sono caratterizzate dall'anticiclone subtropicale con temperature decisamente miti per il periodo e spesso sopra la media, non propriamente invernali, ma non ovunque: laddove resiste l’inversione termica rimane freddo con nebbie, inquinanti e stamattina anche qualche caso di neve chimica. Ad approfondire le altre facce dell’alta pressione è il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara.

“Vi sono delle aree dove il freddo invernale resiste – specifica - con anche intense gelate: non si tratta di freddo provocato da irruzioni artiche o continentali, ma indotto in loco dal cosiddetto processo di inversione termica, quanto basta per domandarsi da chi ne è coinvolto dove siano queste temperature miti visto che fa freddo. Facciamo dunque chiarezza su questa dinamica”.

L’esperto spiega anche il motivo per cui a volte fa più freddo in pianura che in collina e montagna: “In Italia sovente siamo interessati dall'anticiclone subtropicale anche in inverno, dunque caratterizzato dall'afflusso di masse d'aria mite o calda. Queste si palesano con facilità in estate ma in inverno possono trovare un ostacolo: laddove la configurazione orografica lo permette, quindi vallate alpine/appenniniche e in generale la Valpadana che è chiusa per tre quarti da Alpi e Appennino, l'aria fredda sedimenta al suolo e non si avverte la mitezza – prosegue Ferrara di 3bmeteo.com – . Durante infatti le lunghe notti invernali la superficie si raffredda per il cosiddetto irraggiamento notturno, accumulando dunque aria fredda che si stratifica e sedimenta in quanto più pesante dell'aria calda. Questo processo di sedimentazione e accumulo viene favorito da due fattori: in primo luogo dall'assenza di vento, tipico delle giornate anticicloniche, che quindi non rimescola l'aria; in secondo luogo come già accennato dalla configurazione orografica giusta, ovvero una valle chiusa anche se vasta come la Valpadana, un fattore che ne limita la dispersione”. 

La sedimentazione dell'aria fredda nei bassi strati determina inoltre sia il ristagno di umidità che condensa più facilmente in aria fredda, con la formazione della nebbia ma anche il ristagno di inquinanti. 

Come già detto i presupposti per il crearsi dell'inversione termica devono essere l'accumulo e stratificazione di aria fredda nei bassi strati, condizione che viene favorita nelle aree geografiche che ne limitano la dispersione.  “Il fatto che faccia freddo in alcune aree di pianura - conclude Ferrara - può essere fuorviante su una situazione che a livello generale è invece decisamente anomala per il periodo invernale, con la maggior parte del territorio italiano interessato da temperature ben oltre la norma e zeri termici che addirittura sfiorano talvolta i 3500-4000m, come in piena estate”.
 

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