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Sanitari spostati dagli ospedali di Lanciano e Ortona a Chieti: sit in davanti al "Renzetti"

La protesta contro lo spostamento di infermieri e operatori socio sanitari per i posti letto Covid. Si unisce anche il sindaco Paolini

Sit-in davanti all'ospedale Renzetti di Lanciano, sabato mattina, per protestare contro lo spostamento di infermieri e operatori socio sanitari dagli ospedali di Lanciano e di Ortona a Chieti per poter attivare posti letto aggiuntivi per malati Covid.

Alla manifestazione, convocata dai sindacati Nursind, Nursing Up e Cigl ha preso parte anche il sindaco di Lanciano Filippo Paolini. Nel dettaglio 17 infermieri e 10 Oss sono stati destinati temporanemanete al SS. Annunziata. La loro assenza, fanno sapere i sindacati, ha determinato l'accorpamento di reparti sia al Renzetti sia al Bernabeo di Ortona, dove le attività chirurgiche sono interrotte.

"Non si può chiudere un ospedale per mantenere una struttura Covid - ha dichiarato il sindaco di Lanciano all'Ansa -. Ho chiesto un incontro all'assessore regionale Nicoletta Verì. Assumano altre persone con fondi Covid. Il Ministero ha dato le direttive. Ci sono graduatorie, si prendano quelle. Accorpare Otorino e Chirurgia di Lanciano per portare personale a Chieti non mi sembra una cosa corretta di gestione in un momento difficile.Praticamente non si fa più niente e non si opera né a Lanciano né a Ortona, e si è costretti ad andare a Pescara. Chiariscano se siamo Dea di primo livello, e se sì manteniamo tutto. La Asl deve gestire l'emergenza con fondi che ci sono. Non si chiude un ospedale".

Presenti alla protesta anche il consigliere regionale Francesco Taglieri (M5S) e i consiglieri comunali di centrosinistra di Lanciano Leo Marongiu, segretario provinciale del Pd, e Giacinto Verna (Progetto Lanciano), assieme ai responsabili delle sigle sindacali coinvolte.

Il direttore sanitario della Asl Lanciano Vasto Chieti, Angelo Muraglia, ha replicato alle polemiche specificando che l'Azienda non ha programmato nessuna spoliazione e che la deisione del trasferimento contestato è legata esclusivamete alla necessità di aumentare i posti letto Covid, a fronte della crescita dei casi.

Per Muraglia le invettive sono fuori luogo "proprio in un momento nel quale avremmo bisogno di solidarietà tra le articolazioni aziendali e un diffuso senso di responsabilità".

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