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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Payback dispositivi medici, Pantalone (Asfo): "Mette a rischio fallimento un settore strategico"

Il presidente regionale dell'associazione fornitori ospedalieri interviene sulla norma introdotta nel 2015

Centinaia di imprenditori aderenti alla Federazione italiana dei fornitori ospedalieri (Fifo) e alla Pmi Sanità, in rappresentanza degli oltre 100mila addetti del settore, hanno manifestato insieme ai loro dipendenti in Piazza della Repubblica a Roma il 17 aprile scorso per contestare il payback sui dispositivi medici. 

La misura del payback è stata introdotta nel 2015 dal governo Renzi ma per anni è rimasta inapplicata fino al licenziamento dei decreti attuativi posti in essere dal recente governo Draghi.

Tale norma prevede che ai fornitori di dispositivi medici venga chiesto di rimborsare il 50 per cento del superamento degli scostamenti dal tetto di spesa regionale per l’acquisto di dispositivi medici.

Lo scorso 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha stanziato 1 miliardo di euro in favore delle Regioni per limitare l’impatto del payback sui dispositivi medici sulle aziende del settore. Questa misura viene comunque ritenuta insufficiente dalle aziende che evidenziano criticità e rischi di questo meccanismo.

“Riteniamo fondamentale -dice il presidente di Asfo Abruzzo e Molise, Ivan Pantalone - il superamento della norma sul payback dei dispositivi medici in quanto, a nostro modo di vedere, nella sua iniquità ed incostituzionalità di base, genererebbe delle conseguenze catastrofiche sulle aziende e di conseguenza sull’intero sistema sanitario pubblico. Il nostro settore è composto da circa 4.500 aziende, il 95% delle quali di piccole o medie dimensioni, che occupano circa 118mila addetti. Con la Fifo, di cui siamo parte integrante, abbiamo stimato che la stragrande maggioranza delle nostre imprese associate non sopravviverebbe al pagamento di quanto richiesto, con conseguenze irreparabili sulla tenuta dell’intero comparto dei dispositivi medici. L’entità degli importi richiesti è assolutamente insostenibile per la maggior parte delle aziende, poiché le somme richieste rappresentano in moltissimi casi addirittura l’80-90% dell’intero fatturato annuale.

Nella realtà, il profilarsi di una norma che sembrava troppo assurda per poter mai essere applicata, si sta traducendo in una crisi senza precedenti che mette a rischio fallimento un settore strategico come quello dei dispositivi medici e può generare gravissime conseguenze sull’intero Sistema sanitario nazionale.

Come associazione siamo da sempre a favore di un’ottimizzazione della spesa per i dispositivi medici e ci siamo sempre impegnati per un costante miglioramento dell’offerta. Questi sani principi, però, non possono e non devono tradursi in distorsioni come quella del payback".

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