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Economia

A Chieti diminuiscono le imprese, è il dato peggiore in 10 anni

Nel 2011 28 attività in meno nel teatino, crescita sostenuta nelle altre province. Motore dell'economia è il settore agricolo, contro il commercio che ha la meglio nel resto della regione. Lieve il calo delle imprese artigiane, 44 in meno

La provincia di Chieti nel corso del 2011 ha perso 44 imprese artigiane. Un dato peggiore rispetto a quello dell’Aquila (41), ma lievemente migliore di Pescara (79) e Teramo (71). La percentuale del calo a livello regionale si attesta sullo 0,64, contro lo 0,43 per cento della media nazionale.

A livello generale, contando la totalità dei settori, la provincia di Chieti ha il dato peggiore: nel corso del 2011 c’è stata una riduzione di 28 imprese. Nel teatino si sono registrate il maggior numero di iscrizioni (2.958), ma anche il dato più alto di cancellazioni (2.986) all'albo. Nel resto della regione, invece, la crescita è stata sostenuta: dalle 258 unità dell’Aquila alle 489 di Pescara.

I dati emergono da uno studio condotto da Aldo Ronci per il Centro studi regionale della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa). Si tratta del momento peggiore degli ultimi dieci anni per le imprese abruzzesi, che venivano da un periodo positivo. Dal 2000 al 2007, infatti, le imprese artigiane erano diventate il motore dell’economia abruzzese, crescendo oltre la media nazionale.

Ad avere la peggio sono le imprese artigiane, ma non se la passano meglio gli altri settori. A Chieti le costruzioni registrano un decremento lieve (5 unità in meno), dato che peggiora a Teramo (69) e a Pescara (21). Va meglio nel settore dei servizi, in cui Chieti cresce di 11 unità e Teramo di 27, contro il calo di Pescara (20) e L’Aquila (6).

Nel particolare, alla fine del 2011 a Chieti sono state registrate 14.881 imprese agricole attive. Seguono il commercio, con 9.208 e i servizi (6.981). Vengono poi le costruzioni (5.410), l’industria (3.935) e le attività ricettive (2.430). Sono invece 72 le imprese non classificate in nessuno di questi settori. Rispetto alla media regionale, dove regna il commercio (25 per cento), il motore dell’economia teatina è l’agricoltura, a cui si dedica il 35 per cento delle attività registrate.

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