"No all'aumento della tassa sul suolo pubblico", gli ambulanti dal prefetto
Anva Confesercenti segnala aumenti del nuovo ‘canone unico’ in molti Comuni: "Così il settore muore"
Anva, l’Associazione Nazionale Venditori su Aree Pubbliche aderente a Confesercenti, dice no all’aumento del nuovo ‘canone unico’ pervenuto in alcuni Comuni e si rivolge al prefetto di Chieti.
"Il settore dei mercati è profondamente in crisi, due anni di pandemia hanno inferto un durissimo colpo a migliaia di imprese: ci saremmo aspettati una forte riduzione del costo di occupazione del suolo pubblico, e invece siamo alle prese con aumenti ingiustificabili in molti Comuni del nuovo ‘canone unico’. Così il settore muore". Lo affermano il presidente regionale di Anva-Confesercenti Domenico Gualà ed il responsabile provinciale dell’associazione Simone Lembo, dopo aver incontrato il prefetto di Chieti Armando Forgione nell’ambito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
"In questi giorni - riferiscono - stanno pervenendo agli operatori commerciali ambulanti le richieste di pagamento da parte di alcuni Comuni del territorio provinciale con importi che ci risultano addirittura maggiorati rispetto al passato: una sorpresa amarissima, visto che ci saremmo aspettati agevolazioni e riduzioni. E invece, il canone unico mercatale ha sostituito, dal 2021, l’insieme dei tributi legati all’occupazione del suolo pubblico e allo smaltimento dei rifiuti in precedenza pagati da commercianti su area pubblica che operano con occupazione temporanea nei mercati, e molti Comuni calcolano in modo erroneo le tariffe da applicare agli ambulanti mercatali".
I due dirigenti dell’associazione che riunisce gli operatori commerciali su area pubblica si dicono preoccupati da due aspetti introdotti da numerosi Comuni per la determinazione delle tariffe: "la errata o mancata applicazione del frazionamento a ore che prevede la divisione della tariffa per 24 ore e poi moltiplicata per il numero di ore di effettiva occupazione, purché inferiore o uguale a 9 ore, e l’applicazione di coefficienti moltiplicatori delle tariffe standard in base al valore economico della strada o piazza in cui si svolge l’occupazione e coefficienti moltiplicatori delle tariffe per il presunto sacrificio economico imposto alla collettività. L’utilizzo dei coefficienti moltiplicatori e la non applicazione del frazionamento a ore per la determinazione del canone, rischia di essere arbitraria facendo lievitare le tariffe base, provocando un ulteriore aggravamento della crisi del settore e vanificando l’obiettivo dell’alleggerimento del peso dell’imposizione in capo agli operatori previsto dalla normativa".
Gualà e Lembo hanno quindi consegnato una lettera al prefetto Armando Forgione assieme a due risoluzioni ministeriali che vanno a suffragare quanto da loro sostenuto. "Vogliamo ringraziare il Prefetto – concludono - che ha inteso inviare una nota al presidente della Provincia di Chieti e a tutti i Comuni interessati per compiere i controlli e gli approfondimenti del caso. Ci batteremo perché le risposte arrivino rapidamente per un settore che nonostante sia in profonda crisi, non rinuncia al suo ruolo".