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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Ultimo appello dal mondo del vino abruzzese ai politici: "Vogliamo risposte concrete, pronti anche a riconsegnare le tessere elettorali"

Cali della produzione di circa il 70%. Arriva l’ennesimo appello dal mondo produttivo con la speranza di ricevere risposte concrete alla gravissima situazione che si è determinata a seguito delle abbondantissime precipitazioni

L’intera filiera vitivinicola abruzzese lancia un ultimo appello al mondo politico regionale e nazionale affinché si trovino soluzioni concrete all’emergenza “peronospora” che ha causato danni “catastrofici” dal punto di vista produttivo al mondo vitivinicolo abruzzese, piogge che in alcune aree a primavera hanno superato anche i 200 mm/mese, ossia circa il triplo della media del periodo, rischiando di vanificare decenni di duro lavoro. Un calo della produzione di circa il 70% in tutte le quattro provincie abruzzesi quello ormai confermato a fine vendemmia dagli stessi produttori. “Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo ad oggi non è in grado di dare risposte chiare a sostegno del settore” spiegano tutti i coinvolti che annunciano di voler scendere in piazza e di essere  pronti anche a riconsegnare le tessere elettorali se non si avranno risposte alle specifiche richieste a supporto del mondo produttivo e indicazioni operative in merito all'emergenza peronospora.

“Ad oggi – spiegano i produttori - vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, considerando che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente considerare tutto l'indotto: in ambito regionale si parla di 5 milioni in 2 anni ed in quello nazionale di 7 milioni; dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie”.

Per la sola regione Abruzzo la perdita ormai ammonterebbe a circa di 2,7 milioni di quintali di uva, pari a circa 2 milioni di ettolitri di vino che in termini di imbottigliato equivalgono a circa 260 milioni di pezzi. “Se dovessimo fare una stima del mancato reddito delle aziende possiamo indicare in circa 108 milioni di euro la perdita sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni circa sull'imbottigliato. Una stima prudenziale induce a ritenere che la filiera vitivinicola della regione Abruzzo subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro”.  

Per Assoenologi, Associazione Città del vino, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Consorzio tutela vini d'Abruzzo, Copagri, D.A.Q. vino, Legacoop, Liberi agricoltori e Movimento turismo del vino occorrono a livello nazionale dei provvedimenti impattanti, per la sopravvivenza di migliaia di imprese vitivinicole, che non possono non prevedere necessariamente un congruo indennizzo diretto alle aziende.   

La filiera del vino ha anche condiviso tre punti principali sui quali intervenire in maniera tempestiva: la sospensione del pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le "garanzie bancarie" che renderebbero automaticamente le aziende richiedenti inaffidabili di fronte alle banche, per almeno 24 mesi, quindi inabili a qualsiasi tipologia di nuovi finanziamenti;  sospensione e/o riduzione dei contributi Inps; l’azzeramento dei tassi d'interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un'istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere.

“Nei primi due casi, la competenza spetterebbe al Governo, mentre, nel terzo, il ruolo della Regione risulta fondamentale, anche se ci auguriamo che quest'ultima sia portavoce degli interessi del mondo vitivinicolo abruzzese anche su tavoli nazionali. Tutta la filiera produttiva la conclusione - vuole fare questo ultimo appello prima di procedere con le manifestazioni di piazza alla presenza di centinaia di migliaia di produttori stremati dalla difficilissima situazione e che, se non adeguatamente aiutati e supportati, rischiano di vedere vanificare decenni di duro lavoro”.
 

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