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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Lanciano

Truffa del bonus facciate: sequestrati beni per 10 milioni di euro, 4 indagati sono del Frentano

Operazione della guardia di finanza di Nettuno con l'ausilio anche della compagnia frentana: dei 33 indagati, quattro risiedono a Lanciano, Paglieta, Santa Maria Imbaro e Treglio

Tre frodi, tre sistemi per ottenere crediti fiscali inesistenti. Uno mediante l'inserimento nelle dichiarazioni di imposte false. Il secondo attraverso false attestazioni per i crediti di costi "per ricerca e sviluppo 4.0", previsti nel Pnrr. Infine, quello sui bonus facciate ovvero mediante la dichiarazioni di lavori "fantasma" dichiarati ma mai effettuati. Deus ex machina del sistema, poi importato in tutta Italia, sarebbe un commercialista di Anzio, già noto alle cronache finanziarie per precedenti maxi evasioni fiscali. Tra i 33 indagati ci sono anche quattro persone residenti nel Frentano, a Lanciano, Paglieta, Santa Maria Imbaro e Treglio. Un sistema che si è esteso a macchia d'olio in tutti il Paese. Smascherato dai finanzieri del comando provinciale di Roma: le fiamme gialle hanno sequestrato beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie per 10 milioni di euro nell’ambito di indagini sulla maxi frode fiscale, in esecuzione di un decreto emesso dal gip del tribunale di Velletri, su richiesta della locale procura della Repubblica.

Il commercialista di Anzio 

Le fiamme gialle della compagnia di Nettuno, lo scorso anno, si erano imbattute in un commercialista di Anzio, già destinatario di un provvedimento cautelare personale, che avrebbe ideato un pacchetto “chiavi in  mano”,  che  consentiva,  dietro  compenso, la creazione e l’utilizzo di falsi crediti fiscali per abbattere le pendenze debitorie verso il fisco e l’Inps. Gli accertamenti si sono poi estesi, smascherando un sistema diffuso in tutto il territorio nazionale che vedrebbe replicare il medesimo meccanismo fraudolento da parte di altri 9 consulenti fiscali.

Ricerca e sviluppo 4.0

In particolare, come sarebbe emerso dall’esame dei conti correnti bancari riconducibili alle società coinvolte e della documentazione fiscale reperita, i crediti Iva venivano generati attraverso il mero inserimento nelle relative dichiarazioni di spese mai avvenute, di costi per “ricerca e sviluppo 4.0” completamente inventati e di crediti per lavori alle facciate caricati sul portale Agenzia delle entrate, con il supporto di fatture per operazioni inesistenti, senza aver mai eseguito interventi  edili.  

Crediti fasulli in compensazione

I crediti fasulli venivano utilizzati in compensazione nei modelli F24 delle medesime società che li avevano generati ovvero ceduti a soggetti economici terzi, a fronte del versamento di un corrispettivo. I proventi dell’attività illecita sembra venissero poi riciclati attraverso numerosi passaggi tra società domiciliate in Germania, Lituania, Svizzera e Malta e monetizzati con prelevamenti dai bancomat.

Beni sequestrati a Roma e Latina

Il provvedimento ha  riguardato 12 terreni e 36 tra appartamenti e locali commerciali ubicati in tutta Italia, partecipazioni societarie, 11 veicoli, saldi attivi di conti correnti, polizze assicurative, contanti e orologi di lusso, del valore di oltre 10 milioni di euro, pari ai crediti di imposta inesistenti. Di questi quattro a Roma, uno ad Anzio, 12 a Latina e una villa ad Aprilia.  

Le città coinvolte 

Complessivamente sono coinvolte 19 società e 33 persone fisiche residenti a Roma, Anzio (Roma), Nettuno (Roma), Marino (Roma), Zagarolo (Roma), Canale Monterano (Roma), Latina, Aprilia  (Latina), Minturno (Latina),  Piacenza, Lanciano (Chieti), Paglieta (Chieti), Santa Maria Imbaro (Chieti), Treglio (Chieti), Napoli, Volla (Napoili),  Londa (Firenze), Macomer (Nuoro), Pralboino (Brescoia) e Foggia.

Crediti fasulli da utilizzare

Le indagini della procura della Repubblica di Velletri e delle fiamme gialle nettunensi avrebbero anche permesso di “bloccare” 4 milioni di euro di crediti fasulli non ancora utilizzati. 

Sequestrato anche un orologio Rolex-2

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