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Cronaca

Tribunali abruzzesi, incontro al Ministero: anche i commercialisti chiedono di non sopprimerli

La richiesta avanzata da Valeria Giancola, consigliere nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili insieme ai quattro presidenti dell’Aquila-Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto

"Basta proroghe: si decida definitivamente di mantenere operativi i quattro tribunali abruzzesi". È la richiesta avanzata al Ministero di Grazia e Giustizia da parte di Valeria Giancola, consigliere nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili con delega alle funzioni giudiziarie e rappresentante dell’Abruzzo, insieme ai quattro presidenti degli Ordini dei Commercialisti dei territori interessati al problema: Ettore Perrotti (L’Aquila-Sulmona), Valerio Dell’Olio (Avezzano), Giancarlo Talone (Lanciano) e Francesco Pietrocola (Vasto). I cinque rappresentanti hanno partecipato ad un incontro che si è tenuto a Roma al quale ha partecipato il capo di gabinetto Fulvio Bandi.

“Grazie al provvedimento di proroga della legge 7 di aprile 2017 – spiega Valeria Giancola - i tribunali restano aperti fino al 13 settembre 2020 nonostante dovevano essere soppressi nel 2018. Non dimentichiamo che i tribunali sono presidio di legalità fondamentali per i territori, oltre che realtà capaci di generare un indotto economico e culturale importantissimo. Al capo di gabinetto abbiamo rappresentato tutte le criticità di tale soppressione e chiesto all’unisono e a nome della federazione degli Ordini dei Commercialisti abruzzesi il mantenimento di tutti e quattro i tribunali abruzzesi attraverso una norma definitiva e non una proroga che possa permettere ai tribunali di avere non solo l’operatività ma anche dotazione organica di personale e magistrati”.

Per questo, il consigliere e i presidenti hanno elaborato e consegnato un documento su ogni territorio e tribunale, che dimostra l’impatto della soppressione. “Il capo di gabinetto – conclude Valeria Giancola - si è dichiarato disponibile a sollevare il problema e a discuterne con il ministro al fine di trovare la soluzione più idonea, sottolineando che siamo stati l’unica categoria unita a richiedere tale intervento”.

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