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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sequestro preventivo di bar e altri esercizi commerciali: "Le attività ritenute centrali operative per gestire il traffico di droga"

I comandi provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri di Chieti hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione nel Vastese nei confronti dei beni di un presunto organizzatore di associazione a delinquere

Tre terreni del valore di oltre 40.000 euro, 18 autovetture con valutazione di mercato stimata in circa 140.000 euro, 5 conti correnti, altre disponibilità finanziarie e 9 società, tutte con sedi nel territorio della provincia di Chieti, riferibili alla gestione di quattro bar, un autosalone, un esercizio commerciale per la vendita di frutta e verdura, una sala giochi e due esercenti altri servizi, il cui valore è ancora in via di determinazione: questi i beni e le attività sequestrati tra Vasto e San Salvo nel corso di una operazione congiunta dei comandi provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri di Chieti.

I beni erano tutti riconducibili a un soggetto ( e ai suoi familiari) indiziato di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti  operante nel territorio teatino. “L’indagato – specifica in una nota la Finanza - sulla base degli accertamenti svolti, avrebbe reimpiegato o riciclato il profitto delle proprie attività delittuose attraverso i beni dei quali dispone in valore sproporzionato, rispetto alla capacità reddituale effettivamente dichiarata”.

Ieri i militari hanno eseguito il decreto di sequestro di prevenzione emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal tribunale ordinario di L’Aquila. Gli esiti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza e al Nucleo investigativo dei carabinieri, in un distinto procedimento penale pendente presso la Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato l’autorità giudiziaria a ritenere l’uomo "gravemente indiziato di essere il promotore e l’organizzatore di un’associazione, operante nel territorio provinciale, finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti nonché autore di reati quali estorsione, lesioni aggravate, resistenza a pubblico ufficiale, porto illegale di armi, con l’aggravante del metodo mafioso". Per quest'ultimo l'uomo era stato già sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere con ordinanza emessa dal gip dell’Aquila lo scorso mese di gennaio.

“Al destinatario della predetta misura di prevenzione patrimoniale - evidenziano le Fiamme Gialle - sono risultate riconducibili molte attività economiche che le indagini hanno portato a ritenere essere state utilizzate anche quali centrali operative per le riunioni degli associati, spesso intestate a prestanome ma di fatto gestite dallo stesso e che, secondo le contestazioni mosse a suo carico, hanno trovato finanziamento dagli introiti economici provenienti dai suddetti traffici illeciti. È stato infatti ipotizzato che il proposto abbia coinvolto tutto il nucleo familiare nella gestione delle proprie risorse nonché altri soggetti a lui molto vicini, provvedendo ad attribuire fittiziamente ad essi la titolarità di diverse imprese”.

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