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Cronaca

La Regione ritarda sulle società partecipate: a rischio più di mille posti di lavoro e la sicurezza dei cittadini

Ennesimo appello delle segreterie provinciali di Ugl, Fiom Cgil e Fim Cisl per la salvezza di Ops e Alesa, che rischiano di perdere la funzione di certificazione

Cresce il grido d’allarme sulla questione delle società partecipate dalla provincia, ossia Ops e Alesa. E le segreterie provinciale Fim, Fiom e Ugl lanciano un appello alla Regione affinché intervenga in tempi rapidi per non vanificare i posti di lavoro. 

Da tempo, i sindacati hanno chiesto un incontro al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, mai fissato. Ma ora il tempo sta per scadere: “Nella attuale situazione - dicono - si rischia di perdere la funzione di certificazione che è fortemente legata sia alla sicurezza dei cittadini rispetto al verificarsi di possibili incidenti determinati dalla mancata ispezione degli impianti, sia al monitoraggio dell’efficienza energetica, atta a controllare l’inquinamento atmosferico”. 

L’anno scorso, il 4 marzo, con il decreto di giunta regionale 144, la Regione ha approvato il transito delle funzioni in materia di energia, comprese quelle di controllo degli impianti termici attraverso il subentro nelle società Ops spa e Alesa srl. Con l’approvazione dell’accordo, tali funzioni sono diventate di esclusiva competenza regionale dal 1° aprile 2016, prevedendo un periodo di transizione di tre mesi, ampiamente scaduti lo scorso 30 giugno. 

Un anno dopo, però, la Regione non ha ancora avviato formalmente l’iter per il subentro nelle quote di partecipazione delle società e quindi il servizio non è regolamentato e svolto secondo norma dalla Regione. La Provincia di Chieti ha già inviato una diffida, invitando al Regione ad assolvere ai propri obblighi, ma invano. 

“Questa situazione incerta - denunciano Leonardo De Gregorio della Ugl, Andrea De Lutis della Fiom Cgil e Guido D’Accurzio della Fim Cisl - causa confusione e molta preoccupazione riguardo all’occupazione delle società coinvolte e all’intero territorio regionale per le molteplici strutture di manutenzione che operano nel settore, mettendo a rischio da un lato i posti di lavoro del personale addetto delle società e dall’altro lo sfaldamento del sistema manutentivo collegato che vede all’opera centinaia di aziende e migliaia di addetti”. Appena qualche giorno fa, la segretaria regionale della Cgil Rita Innocenzi aveva invocato l'apertura di un tavolo di lavoro.

In discussione ci sono i 35 posti di lavoro del personale addetto dell’Ops e Alesa e circa 1.000 posti di lavoro delle 500 aziende collegate al servizio manutentivo. Per questo i sindacati chiedono che la Regione “provveda prontamente ad attuare il transito delle funzioni in materia di energia, comprese le funzioni di controllo degli impianti termici, attraverso l’immediato subentro nelle quote di partecipazione nelle società esistenti ed operanti”.

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