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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Ortona

Ricambi e accessori per smartphone contraffatti, da Ortona disarticolata rete criminale: 22 indagati [VIDEO]

Operazione della guardia di finanza di Ortona che ha portato al sequestro di 20 mila parti di ricambio e accessori vari per la telefonia

La guardia di finanza ha disarticolato una rete criminale transnazionale che si occupa della distribuzione e vendita di ricambi e accessori per la telefonia contraffatti e falsi.
Sono 22 le persone indagate e sono state eseguite perquisizioni in Italia e Slovenia.

Sequestrati inoltre più di 20 mila parti di ricambio e accessori per la telefonia mobile con marchi falsi per un valore pari a 300 mila euro.

Impegnati nell'operazione più di 100 militari della guardia di finanza in forza a 40 reparti dislocati sull’intero territorio nazionale che hanno eseguito ieri decine di perquisizioni in aziende e locali commerciali che hanno portato al sequestro di circa 20 mila parti di ricambio e accessori vari (cover, batterie, display, etc.) per la telefonia mobile tutti riportanti marchi falsi. L’avvio per questa maxi operazione è partito dalla guardia di finanza di Ortona dopo una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lanciano che ha permesso di smantellare una intera filiera commerciale presente su tutto il territorio nazionale che importava dalla Slovenia i prodotti riportanti i loghi contraffatti dei più noti marchi del settore: Apple, Samsung, Huawei, Xiaomi, etc.. È un risultato rilevante che è stato possibile raggiungere grazie alla professionalità delle Fiamme Gialle di Ortona e all’importantissimo contributo della Procura frentana che, oltre a coordinare le attività investigative sul territorio nazionale, ha avviato una rogatoria internazionale con le autorità giudiziarie e di polizia slovene, al fine di colpire anche il terminale di accesso europeo dei prodotti contraffatti, verosimilmente provenienti dalla Cina, che risultava essere una società di e-commerce con sede a Nova Gorica. Le indagini, partite lo scorso autunno nell’ambito dei controlli che il Corpo effettua quotidianamente per il contrasto al fenomeno della contraffazione, avevano consentito, già in quella prima fase, di arrivare al sequestro di oltre 15 mila pezzi rinvenuti all’interno di alcuni esercizi commerciali della provincia di Chieti. Ma l’attività delle Fiamme Gialle ortonesi non si è fermata. Tramite una la disamina della documentazione contabile rinvenuta e a una correlata attività di analisi condotta sulle banche dati in uso al Corpo e finanche sul web, passo dopo passo, è stato possibile ricostruire l’intera filiera commerciale di distribuzione e vendita in Italia di tali prodotti, fino a individuare nella società slovena di e-commerce il principale canale di ingresso e di approvvigionamento degli stessi sul territorio nazionale. È stato così possibile tracciare una precisa mappa dei centri di stoccaggio dei prodotti contraffatti presenti sul territorio nazionale che, a sua volta, ha permesso di individuare numerosi negozi e piattaforme di vendita on-line dove gli ignari clienti potevano acquistare a prezzi più favorevoli accessori e parti di ricambio per i loro telefoni cellulari, ritenendoli originali.

L’autorità giudiziaria di Lanciano, che coordina le indagini, al momento ha iscritto nel registro degli indagati 22 soggetti, tutti titolari di imprese italiane che hanno importato i prodotti contraffatti nonché i responsabili della società slovena. Il reato contestato è il 474 del codice penale “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”, che prevede una pena della reclusione fino a quattro anni per chi introduce nello Stato e fino a due anni per colui che vende tali prodotti. Fondamentale per il buon esito dell’indagine è stato il ricorso ai canali di cooperazione giudiziaria e di polizia a livello internazionale da parte del Pm inquirente il cui ordine europeo di indagine è stato prontamente recepito dal collaterale sloveno ed ha così permesso di conferire all’operazione una maggiore incisività ed efficacia. Ieri, alle operazioni in territorio estero erano presenti anche militari della Guardia di Finanza di Ortona che, oltre a coadiuvare in veste di osservatori i propri colleghi sloveni, hanno potuto acquisire ulteriori elementi investigativi che si spera potranno rivelarsi utili per risalire al materiale produttore dei beni contraffatti. Determinante in questa ulteriore fase sarà anche l’apporto del network di ufficiali “esperti” che il Corpo ha dislocato nelle rappresentanze diplomatiche e consolari in molti Paesi stranieri, ivi inclusa la Cina.

«L’indagine in argomenta», si legge in una nota della guardia di finanza, «testimonia l’intensa attività del Corpo sul fronte della legalità economica e finanziaria con uno sguardo rivolto alla tutela della fiducia dei consumatori nella genuinità dei segni distintivi di prodotti e opere dell'ingegno, alla prevenzione della loro salute pubblica spesso messa in pericolo dall’utilizzo di beni privi delle necessarie certificazioni di conformità e, ancor più, a ripristinare le regole di trasparenza della concorrenza e del mercato. La contraffazione, infatti, costituisce il terreno fertile per la commissione di altre condotte illecite in quella che gli esperti definiscono economia sommersa: lavoro irregolare, evasione fiscale, riciclaggio, che vedono spesso coinvolta anche la criminalità organizzata. In osservanza delle disposizioni del decreto legislativo 8 novembre 2021, numero 188 si rappresenta che il procedimento penale è in fase di indagine preliminare e che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta a indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna». 

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