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Cronaca

'Ndrangheta, maxi confisca da 324 milioni anche in Abruzzo

Operazione della Direzione investigativa antimafia nei confronti di un imprenditore del settore oleario in Calabria, Abruzzo e Toscana

Beni sequestrati anche in Abruzzo nell'ambito della maxi confisca da 324 milioni di euro in corso di esecuzione da parte del personale della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria.

Il sequestro ha a che fare con un imprenditore originario di Gioia Tauro attivo nel settore oleario e con interessi anche nei comparti alberghiero, immobiliare e dei servizi in Calabria, Abruzzo e Toscana. L'intero capitale sottoposto a confisca è costituito dal patrimonio aziendale e societario di numerose società, immobili, autoveicoli e rapporti finanziari.

Quote in 15 società, 88 immobili, 7 autoveicoli, 385 titoli comunitari - aiuti all'agricoltura che danno diritto a percepire dall'Agea la somma di circa 1,6 milioni di euro annui - e svariati conti correnti societari e personali: è il capitale, valutato 324 milioni, che la Dia di Reggio Calabria ha confiscato a Vincenzo Oliveri, 62 anni, noto imprenditore nel settore oleario con proiezioni di rilievo anche nel comparto alberghiero, in quello immobiliare e dei servizi, in Calabria (piana di Gioia Tauro e provincia di Catanzaro), in Abruzzo e in Toscana. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione in seguito ad una proposta di misura di prevenzione formulata dal direttore della Dia e in aderenza alle direttive impartite dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria in tema di aggressione ai patrimoni illeciti. Vincenzo Oliveri, figlio del defunto Matteo Giuseppe, è socio, insieme al fratello Antonio, in numerose iniziative imprenditoriali avviate sin dai primi anni '80 e culminate con la costituzione di un vero e proprio impero imprenditoriale, il cosiddetto Gruppo Oliveri, le cui attività, partendo dal settore oleario, si sono diversificate nel tempo soprattutto in quello alberghiero di lusso. In passato l'imprenditore è stato coinvolto in diversi procedimenti penali per reati associativi finalizzati alla commissione di truffe, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, conclusi con la prescrizione o l'amnistia.

Recentemente, hanno reso noto gli investigatori, è stato arrestato per associazione a delinquere, truffa aggravata e altro, per l'indebita percezione di contributi erogati a favore di aziende facenti parte del suo gruppo. I giudici del Tribunale reggino hanno accolto la proposta di confisca fondando il provvedimento oltre che sulla sproporzione tra redditi dichiarati e percepiti, ma soprattutto sugli indizi sull'ingente patrimonio da lui accumulato nel tempo, considerato frutto di attività imprenditoriale illecita. Le aziende confiscate proseguiranno la loro attività con appositi amministratori giudiziari nominati dall'autorità giudiziaria.

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