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Cronaca

Megalò bis: tutti contro la nascita indiscriminata dei centri commerciali

Ieri pomeriggio c'è stata la riunione promossa da Chieti C'entro per costituire un gruppo di lavoro che individui iniziative utili a contrastare la concorrenza della grande distribuzione per non far morire il centro della città

La popolazione abruzzese, poco più di un milione, raggiunge a malapena quella di un quartiere di Roma. Eppure la presenza di centri commerciali nella regione sfiora il triplo di quelli esistenti nella capitale. Dopo l’approvazione dell’ampliamento di Megalò e la prossima apertura di Ikea, prevista per agosto a meno di contrattempi, la questione è diventata pressante. Il centro storico rischia di morire soffocato dalla grande distribuzione e i piccoli commercianti non possono sopravvivere. 

Da queste considerazioni, ieri (19 aprile) nella sala consiliare della Provincia è partita l’assemblea pubblica promossa dal Consorzio Chieti C’entro. Una riunione aperta ad associazioni, istituzioni, associazioni di categoria, sindacati, privati cittadini, per formare un tavolo di lavoro che individui una linea comune con l’obiettivo di salvare il commercio cittadino

Due gli imperativi da tenere in considerazione secondo i promotori. Non creare contrapposizione tra la città alta e lo Scalo, perché “Chieti è un’unica città con due direttrici di sviluppo”, come ha precisato Alfonso Settimi, coordinatore del gruppo di ricerche Esseco. Allo stesso tempo, è necessario un recupero del centro, tramite iniziative comuni tra i vari attori protagonisti.

Sono stati molti gli interventi nel corso del pomeriggio, tutti concordi sul fermare la nascita indiscriminata di punti di grande distribuzione che non solo minano la vita in città, diventando di fatto il vero centro di aggregazione, ma danneggiano anche il lavoro, perché dequalificano il lavoro puntando su contratti precari e  mansioni poco specializzate.

Confesercenti, Confartigianato, WwfArcheoclub e tutte le associazioni riunite nella consulta: l’impegno comune è quello di unirsi, individuare i problemi di Chieti, le possibili soluzioni e lavorare tutti insieme per ridare vita ad una città semideserta.

Dalla loro c’è anche l’impegno della politica, nella figura dei consiglieri Riccardo Di Gregorio (Prc) e Carla Di Biase (Pdl). Il primo invita i commercianti del centro ad orientarsi verso “un mercato di nicchia”, che contribuisca a cambiare la mentalità dei cittadini. Dello stesso tenore la consigliera, intervenuta in rappresentanza del presidente della provincia Enrico Di Giuseppantonio, secondo cui c’è bisogno di “una maggiore offerta e di un cambiamento di mentalità”.

Quanto all’ampliamento di Megalò, il Wwf, dopo l’approvazione del comitato regionale Via (Valutazione impatto ambientale), propone di ricorrere al Tar. Già con la costruzione del primo centro commerciale, infatti, gli argini del fiume Pescara in quella zona vennero alzati deviando il flusso e il pericolo di esondazione più a valle. Per Nicoletta Di Francesco “la messa in sicurezza è una spesa di tutti i cittadini”, oltre che un intervento invasivo sul naturale alveo del fiume. 

Tante le proposte e la buona volontà. Dalle iniziative promosse dalle associazioni, “sforzi che vanno sostenuti” secondo Cinzia Di Vincenzo della consulta delle associazioni, alla voce dei cittadini secondo cui “bisogna sfruttare le ricchezze naturali e il patrimonio architettonico di Chieti”.

Adesso è il momento del fare. “Raccoglieremo le adesioni – spiega Gianfranco Cesarone, presidente di Chieti C’entro – per cominciare a lavorare, ma è necessario formare un coordinamento: il prossimo passo è capire chi fa cosa e portare avanti una progettualità comune”.
 

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